A Rennes, il “Giulio Cesare”, di Shakespeare, rispecchia un’America tormentata

A Rennes, il “Giulio Cesare”, di Shakespeare, rispecchia un’America tormentata
A Rennes, il “Giulio Cesare”, di Shakespeare, rispecchia un’America tormentata
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Sara Kathryn Bakker e Jim True-Frost, in “Julius Caesar”, di William Shakespeare, diretto da Arthur Nauzyciel, a Orléans, nel 2009. Frédéric maestro

Creato nel 2008 a Boston (Massachusetts) con una troupe di attori americani, riproposto nel 2017 al Théâtre national de Bretagne (TNB), lo spettacolo Giulio Cesareda Shakespeare, ritorna a Rennes. L’allestimento di Arthur Nauzyciel, direttore del TNB dal 2017, non ha risentito del passare del tempo. Al contrario. Si inserisce in un contesto politico che elettrizza la rappresentanza al punto da rendere radioattiva la sua collusione con l’attualità.

Per quello ? Perché il 20 gennaio segnerà il secondo insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. E poiché questa data sarà il Martin Luther King Day, un giorno festivo che, ogni terzo lunedì di gennaio, celebra la nascita del pastore nero assassinato nel 1968 all’età di 39 anni.

L’associazione antitetica di questi due eventi non è sfuggita agli attori. “È pazzesco e quando ci penso mi viene da piangere”esclama Sara Kathryn Bakker, che interpreta i due personaggi femminili nella pièce. Le lacrime sono versate più di una volta il 6 gennaio, giorno del ritrovamento delle squadre in Bretagna.

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