Camille ha già cinque album al suo attivo e altrettanti premi Victoires de la Musique. Con il suo compagno Clément Ducol ha firmato la colonna sonora del film Emilia Perez, di Jacques Audiard, in corsa per gli Oscar. Quattro anni di lavoro per un film, dice lei “innamorato”. A 46 anni si è appena trasferita a Los Angeles con la sua famiglia per guidare la campagna degli Oscar. La coppia è stata appena nominata in diverse categorie per i Golden Globes.
Non sarei arrivato qui se…
…Se non ci fossero stati così tanti legami recisi nella storia della mia famiglia. Ho origini ebraiche da parte di madre, quindi porto con me il ricordo del razzismo, dell’antisemitismo, dell’esclusione. Mio padre è stato abbandonato alla nascita: c’è quindi una rottura molto forte. Il mio bisogno di condividere nasce da lì. La musica per me significa creare connessioni.
La straordinaria personalità di tuo padre, scomparso nel 2012, sembra aver avuto un grande impatto su di te…
Era molto umanista, passava il suo tempo a costruire relazioni, anche con le persone che incontrava per strada. Era a parole, professore di letteratura e poeta, scriveva canzoni, era uno specialista in Truffaut. È cresciuto in Camerun e in Costa d’Avorio con la coppia cattolica espatriata di Lione che lo ha adottato. Molto rapidamente mio padre si ribellò sia al cattolicesimo che al colonialismo. Si identificò con la storia degli schiavi neri e in particolare con gli afroamericani strappati alla loro terra madre, la stessa terra che poi accolse lui e la sua famiglia. Mi sento come se lo stessi portando con me. E mi sono sentita subito la madre di mio padre. Lo sentivo molto vulnerabile, ha sviluppato in me qualcosa di molto materno.
E tua madre?
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