cinque anni dopo, i risultati dei paesi europei che hanno reagito meglio

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A Parigi, il 19 marzo 2020, durante il confinamento per ridurre la diffusione del Covid-19 in Francia. MARTIN BUREAU/AFP

Quasi cinque anni dopo l’inizio della pandemia di Covid-19, un nuovo studio chiede di trarre lezioni da questa crisi sanitaria. Questo, mentre “le minacce di una nuova pandemia restano molto presenti”avverte Arnaud Fontanet, epidemiologo dell’Istituto Pasteur.

Il suo team ha confrontato l’eccesso di mortalità legato al Covid-19 in tredici paesi dell’Europa occidentale, tra gennaio 2020 e giugno 2022. Un bilancio chiaro, per quanto riguarda la prima ondata: quando scoppiò non c’erano ancora né mascherine né sufficienti vaccini e la modalità di trasmissione del virus è stata discussa. I paesi che poi adottarono rapidamente misure per limitare i contatti sociali – le uniche misure efficaci allora disponibili – se la cavarono molto meglio. “Non solo hanno salvato più vite, ma hanno anche preservato meglio la loro economia”riassume lo specialista che ha pubblicato questo lavoro, lunedì 9 dicembre, sulla rivista BMC globale e sanità pubblica.

Di certo, l’osservazione sulle vite risparmiate difficilmente sorprenderà gli esperti di sanità pubblica. Era ancora necessario documentarlo utilizzando una metodologia rigorosa, che, per la prima volta, si liberasse dagli effetti dell’età. Il Covid-19, infatti, ha ucciso soprattutto i più anziani. Ma a seconda del Paese, la percentuale degli ultraottantenni nella popolazione varia notevolmente, dal 7,5% in Italia al 3,5% in Irlanda (6,1% in Francia). Per un confronto pertinente è stato quindi necessario utilizzare un metodo standardizzato che elimini l’impatto dell’età.

L’Italia è quella che ha sofferto di più

Grazie al quale gli autori hanno calcolato che tra gennaio 2020 e giugno 2022 l’Italia è il Paese che ha sofferto di più: l’eccesso di mortalità è arrivato a 2,7 ogni 1.000 abitanti. Poi vengono cinque paesi, in ordine decrescente di peso: Belgio, Regno Unito, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna, con un eccesso di mortalità compreso tra 1,7 e 2 per 1.000. Seguono Francia, Svizzera e Germania, con un eccesso di mortalità vicino 1,5 ogni 1.000 I paesi scandinavi (Norvegia, Svezia e Danimarca) con l’Irlanda si posizionano in testa alla classifica ” soltanto “ Da 0,5 a 1 decesso in più ogni 1.000 abitanti.

Il periodo da febbraio a luglio 2020 è il più ricco di apprendimento. Gli autori hanno esaminato, in ciascun Paese, quale fosse il numero settimanale di nuovi ricoveri ospedalieri, nel giorno in cui furono introdotte misure restrittive (chiusura delle scuole e dei luoghi di aggregazione, coprifuoco, confinamenti, ecc.). Questo prezioso indicatore dimostra, infatti, la velocità di reazione del Paese (se i suoi ospedali non sono saturi) o la sua inerzia (se sono già sopraffatti).

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