Una guida fa luce sui passi di Albert Cohen a Ginevra

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Novità editoriale

Una guida fa luce sulle tracce profonde di Albert Cohen a Ginevra

Invito a vagare e porta d’accesso a un’opera generosa, l’opera firmata da un collettivo celebra l’autore di “Belle du Seigneur” e la sua città adottiva.

Pubblicato oggi alle 10:11

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In breve:
  • Albert Cohen ha vissuto a Ginevra per più di cinquant’anni.
  • Una guida letteraria, “Albert Cohen e Ginevra”, esplora i suoi legami con la città.
  • Gli autori hanno identificato più di 300 elementi ginevrini nelle sue opere di fantasia.

Se dovessimo attenerci a ciò che ci dice la topografia di Ginevra, non sfuggiremmo ad un’osservazione un po’ angosciante. Ginevra, una città che celebra l’ingegno e il destino di tanti dei suoi figli, dedicando loro decine di piazze e strade, si è rivelata straordinariamente avara nei confronti Albert Cohenun autore di fama mondiale che ha vissuto nella città di Calvino per più di mezzo secolo.

Per ritrovare oggi il magro omaggio reso allo scrittore, bisogna intrufolarsi nel quartiere Pâquis e raggiungere, attraverso una squallida strada secondaria che porta il suo nome, la rue des Alpes a quella dedicata al politico e ambasciatore Michel Roset.

La situazione illustra meglio di mille parole l’amnesia del passato di alcuni decisori e la scarsa considerazione riservata al personaggio scomparso nel 1981. È sulla base di questa constatazione che un collettivo di appassionati ha intrapreso un lavoro quasi relazionale alla riparazione, che mira a sostituire in qualche modo Albert Cohen nel mezzo del villaggio.

L’operazione è culminata in questi giorni con la pubblicazione di una guida letteraria approfondita e stimolante, “Albert Cohen e Ginevra” (Edizioni La Baconnière). Un’opera speciale che invita a passeggiare per la città, seguendo le tracce biografiche e immaginarie del letterato, e allo stesso tempo introduce alla sua opera persone curiose che mai si sarebbero avvicinate.

Ginevra, le sue bellezze, i suoi stridori

Ginevra, come la troviamo qui, sembra trasfigurata. Suddivisa innanzitutto in sei distinte porzioni urbane e altrettanti ambienti in cui l’autore ha radicato piccoli o consistenti pezzi della sua vita e porzioni dei suoi scritti. Essa è soprattutto restituita attraverso lo sguardo unico di uno scrittore che non ha mai smesso di scrutarla, di descriverne le bellezze e le stridore e di elevarla, in definitiva, allo status di vero e proprio personaggio dei suoi scritti.

Le schede della guida ci conducono così in una peregrinazione immersiva: siamo lo scrittore, a volte siamo i suoi personaggi, andando verso i “Jardins Anglais-Cité”, dirigendoci verso “Nations-Pâquis”, passeggiando per “Bastions -Plainpalais”, salire verso “Cologny-Pinchat” e passeggiare ancora altrove.

Come si può immaginare, l’identificazione attenta di questi luoghi, edifici e strade legati alla cosmogonia ginevrina di Albert Cohen ha richiesto un lavoro lungo e approfondito. La ricerca del gruppo di autori è stata meticolosa, così come lo è stato l’immersione negli archivi.

Gli inizi di questa esperienza collettiva risalgono già a diversi anni fa. Bruno Racalbutostorico dell’arte e coautore della guida, lo ricorda perfettamente: “Discutendo un giorno con il mio amico storico Thierry Maurizioappassionato anche di letteratura, abbiamo discusso delle poche tracce della visita di Cohen nella nostra città. Molto presto è emersa l’idea di onorare questa figura; ne abbiamo parlato in giro e, nell’aprile del 2019, ci siamo ritrovati a casa mia, una decina di persone con profili disparati. Si è trattato poi di capire come realizzare le nostre ambizioni e con quali strumenti. Si presentavano diversi scenari, avremmo potuto organizzare un grande evento per celebrare l’uomo oppure dedicarci alla progettazione di un’applicazione appositamente dedicata. Alla fine abbiamo detto a noi stessi, alle sette persone rimaste legate al progetto, che dovevamo fare qualcosa di più duraturo”.

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Per riuscirci, i “sopravvissuti” si immergono innanzitutto nei quattro romanzi e nei racconti autobiografici, dividendosi tra loro le opere. Per tutti, un’unica missione: individuare in queste migliaia di pagine tutte le vicende di Ginevra, la presenza di strade, edifici o luoghi significativi nel perimetro urbano.

“Solo nei romanzi abbiamo identificato più di 300 elementi e abbiamo elencato una quindicina di luoghi in cui risiedeva”, osserva l’architetto Noémie Sakkal Miville, anche coautore della guida. La mole di informazioni raccolte è stata successivamente collocata su una mappa, “riflessioni seguite osservando la disposizione dei punti della città. È stato allora che ci siamo detti che dovevamo offrire visite guidate al pubblico”, aggiunge Bruno Racalbuto.

Un’introduzione approfondita

Ciò è avvenuto nell’ottobre 2021, in occasione del 40° anniversario della morte dello scrittore, con notevole successo di presenze. Tanto che, nel processo, il collettivo ha deciso di dedicarsi alla stampa. “La pubblicazione di una guida si prestava perfettamente alla convivenza di più penne, più stili e profili professionali”, sottolinea Bruno Racalbuto.

Le sei passeggiate previste nel programma collegano complessivamente ventinove luoghi significativi. Sono tutti accompagnati da cenni storici, citazioni tratte dalle opere di Albert Cohen e sono preceduti da un’introduzione fluida e ben documentata, firmata Thierry Maurice, che apre le porte al personaggio, alla sua vita e alla sua opera.

La dimensione biografica dello scrittore nato a Corfù nel 1895 – che visse anche a Parigi, Marsiglia e Londra – presentava non poche insidie. Prima della sua morte, Albert Cohen distrusse e fece distruggere i suoi scambi epistolari così come le tracce dei suoi lunghi processi creativi. Nessuno studio sulla filogenesi delle sue opere ha quindi visto la luce. E non è stata pubblicata alcuna biografia solida, priva di eccessi agiografici e di elogi.

Il collettivo di autori ha messo in prospettiva questi pochi difetti, con occhio critico. E ha attinto a ciò che ha scoperto in archivi inediti per costruire un’opera avvincente, che può essere letta sia in movimento che comodamente seduti sul proprio divano.

“Albert Cohen e Ginevra”di Pierre-Louis Chantre, Marie-Luce Desgrandchamps, Idit Ezrati Lintz, Thierry Maurice, Bruno Racalbuto, Noémie Sakkal Miville e Yan Schubert. Edizioni La Baconnière, (199p.)

Tre luoghi significativi nell’opera di Albert Cohen

>Costruito tra il 1929 e il 1936 da un collettivo di cinque architetti, il Palazzo delle Nazioni appare in “Belle du Seigneur”, con il personaggio di Adrien Deume, che percorre i suoi imponenti spazi tra “i tappeti della Persia, i boschi della Norvegia, gli arazzi della Francia, i marmi dell’Italia (…).”>
>Il mondo bancario, e in particolare nel caso del Credit Suisse (qui dopo il 1932), è una leva attraverso la quale Albert Cohen dipinge scene di tagliente sarcasmo. Troviamo illustrazioni eloquenti in “Proiezioni o après-mezzanotte a Ginevra”, primo romanzo, o in “Mangeclous” e il suo Valeureux.>
>Il Monumento Internazionale alla Riforma (qui nel 1934) è visitato da due personaggi di “Les Valereux”, Saltiel e Salomon. Le loro considerazioni? “Trovo che Lord Calvin abbia un po’ il carattere del nostro Maestro Mosè, anzi solo un po’, perché il nostro Maestro Mosè è incomparabile, era l’unico amico del Signore (…).”>
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Rocco Zaccheo è entrato nella redazione della Tribune de Genève nel 2013; si occupa di musica classica e d’opera e si dedica, di volta in volta, a novità letterarie ed eventi culturali disparati. In precedenza, ha lavorato per nove anni presso il quotidiano Le Temps e ha collaborato con RTS La Première.Maggiori informazioni

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