il viaggio di andata e ritorno di una bambina prodigio, tra la natia Normandia e la Nobel Svezia

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Annie Ernaux nel documentario di Coralie Miller, “Annie Ernaux. Sono nato da qualche parte. FILM TAMARA

FRANCIA 5 – VENERDI 29 NOVEMBRE ALLE 22:55 – DOCUMENTARIO

Da Lillebonne a Stoccolma e ritorno. In Annie Ernaux. Sono nato da qualche parteper la regista Coralie Miller, si tratta di ripercorrere il viaggio che ha portato la scrittrice, nata Duchesne, dalla cittadina di Seine-Maritime dove è nata, nel 1940, alla capitale svedese dove ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 2022. Ma anche per riportare nella nativa Normandia colei che, a 22 anni, giurò nel suo diario “vendicare [sa] gara “ attraverso la scrittura.

Leggi il documento (nel 2022): “Scriverò per vendicare la mia razza”, il discorso di Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura

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Il pellegrinaggio è avvenuto nel settembre 2023, in occasione di un festival letterario. Le immagini della bambina prodigio che ritorna a dove aveva vissuto, prima che la famiglia si trasferisse non lontano, a Yvetot, strutturano il documentario insieme a un’intervista con l’autrice nel suo salotto di Cergy e agli archivi che ripercorrono sia la sua carriera che la storia collettiva in cui è stata scritta la sua vita (bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, lotte femministe e anticolonialiste, ecc.). Le parole che pronuncia in un’intervista trovano riscontro in estratti dei suoi libri, da allora Armadi vuoti (Gallimard, 1974) fino Il ricordo della ragazza (Gallimard, 2016).

“Vendicare [sa] gara “dunque, come ripeté, sessant’anni dopo, nel suo discorso di Stoccolma. Ma che “razza” è questa? Quello dei poveri chi “non ho una memoria molto lontana”per mancanza di avere “non ha mai posseduto la terra” ; quello di suo nonno che “non sa né leggere né scrivere, e questa è la definizione che gli è stata data”.

Difficoltà a parlare in pubblico

I genitori di Annie Ernaux, Alphonse e Blanche, sono saliti un po’ nella scala sociale gestendo un bar-drogheria. “Sono passati dall’altra parte diventando padroni, ma non sono usciti dal mondo dei lavoratori”constata la figlia, spinta a studiare dalla madre che l’aveva fatto “grande ammirazione per insegnanti, scrittori”.

“Sono cresciuto con l’idea di uguaglianza”, sottolinea quello che era altrettanto presente nel cattolicesimo (“Ho preso molto sul serio la religione”), e che fu profondamente segnato dalla «dissociazione» tra la lingua della scuola (privata) e quella di casa. Vede questo come l’origine di una difficoltà nel parlare in pubblico, che la costringe a scrivere “mezzo naturale di comunicazione”.

Leggi il ritratto (nel 2019): Articolo riservato ai nostri abbonati Annie Ernaux, ritratto di una scrittrice sociale

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Sono nato da qualche parte si concentra essenzialmente sui primi venticinque anni della sua vita, terreno fertile per il suo lavoro – l’infanzia evocata Al posto, Vergogna (Gallimard, 1983 e 1997) o addirittura L’altra ragazza (Nil, 2011); deflorazione per stupro, raccontata in Il ricordo della ragazza ; aborto di Armadi vuoti e di L’evento (Gallimard, 2000)…

I lettori più ferventi di Ernaux probabilmente non impareranno molto su di lui in questo documentario pieno di empatica ammirazione. Ma il film è interessante in quanto sembra, echeggiando il lavoro della scrittrice, una riflessione sul tempo, nutrita dalle immagini dell’autrice nelle diverse età della sua vita. L’ultima scena la vede, nel novembre 2023, al primo “bancone dei vecchi”, dove, a 83 anni, evoca le vertigini della sua età e assicura di non aver “niente altro da dire”. Questo non significa “non scrivere più”.

Annie Ernaux. Sono nato da qualche parteritratto documentario di Coralie Miller (Fr., 2024, 52 min). Trasmesso su 5 e disponibile per la riproduzione su France.tv.

Raffaella Leyris

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