Non ci sono denunce contro di lui in questa fase, ma si stanno accumulando testimonianze. In un sondaggio pubblicato mercoledì 27 novembre, la rivista Politico dà la parola a nove donne che accusano l’attore Gérard Darmon di aver fatto commenti o gesti “spostato” verso di loro. Tecnici, costumisti, truccatori, assistenti di produzione… Tutti dichiarano di aver collaborato con l’attore nell’ambito del loro lavoro, durante sei diverse riprese, distribuite tra il 2018 e l’estate del 2024. Interrogato dal settimanale, l’attore smentisce con veemenza accuse.
Le accuse più antiche riportate in Politico sono formulati da un tecnico poi stagista, ancora alla scuola di cinema. “Possiamo fare l’amore, puoi venire a casa mia”, Gérard Darmon glielo avrebbe detto, insistendo più tardi quello stesso giorno nonostante il suo rifiuto. La star poi gli dà un soprannome, continua: “Mi ha parlato malissimo. Mi ha detto ‘ciao cagnolina, preferisci che ti chiami cagnolina o troietta?’.”
Se lo specifica il produttore del film, contattato dal giornale “aver cambiato posto di lavoro della tirocinante quando è venuta a conoscenza dei fatti”, il tecnico oggi deplora che la produzione non abbia funzionato “non protetto”. Altri due tecnici affermano di essere stati oggetto di commenti o richieste inopportune durante le stesse riprese. “Le sue intenzioni sono chiare, anche se penso che per lui sia uno ‘scherzo'”, commenta uno di loro, mentre anche il primo aiuto regista afferma di aver rifiutato un gesto dell’attore.
Secondo Politicosu quattro delle sei riprese interessate dalle testimonianze raccolte, “I membri della produzione hanno avvisato le persone più in contatto” con Gérard Darmon, ma “senza discutere direttamente con l’attore”. Nonostante l’ondata “Me Too” e la libertà di parola, soprattutto nel settore cinematografico, la situazione non è migliorata, lo testimoniano Politico altre donne. “L’unica interazione che è capace di avere con me è sul mio aspetto fisico. Sentivo che il mio corpo veniva osservato, esaminato”. testimonia uno di loro, che dichiara di aver provato “totalmente pericoloso sul set”.
Politico afferma inoltre di aver consultato un messaggio di Gérard Darmon nel taccuino di un tecnico che aveva invitato la troupe a scrivergli un biglietto in occasione della festa di fine riprese del film Cosa facciamo adesso? uscito ad ottobre: “Non abbiamo parlato molto, ma ti ho guardato [sic] quando non lo sapevi. E mi è piaciuto. Arrivederci.” Un altro tecnico dice che lo era “crollato” Dopo che l’attore “si è marcito la faccia, ad alta voce e davanti a tutti” per un motivo aneddotico. “Siamo semplicemente stanchi di non poter lavorare in pace”, si lamenta.
Altre testimonianze, anche più recenti, riguardano le riprese del film Amiamoci vivi, nell’estate del 2024, durante la quale un tecnico citato da Politico assicura che Gérard Darmon gli ha dato “ha fatto diverse osservazioni umilianti e battute di natura sessista.” Contattato dal giornale, il rappresentante delle molestie sul film conferma di averlo fatto “ha riportato l’informazione alla produzione, che ha supportato il tecnico” et “ha proposto che non ci sia più un’interazione diretta con l’attore”. Lo afferma anche lei “Echi preoccupanti sull’attore” era stato trasmesso alla produzione prima ancora dell’inizio delle riprese. Richiesto da politico, il produttore e regista del film non ha risposto.