Se il film “Boiling Point” di Filippo Barantini è stato un grande successo, questo seguito, intitolato “The Chef”, disponibile in quattro puntate su Canal+ dal 14 novembre, è un vero disastro. Dalla posta in gioco drammatica insignificante ai personaggi cliché alla messa in scena poco brillante, niente funziona.
Un frenetico piano sequenza, con una telecamera isterica che vola sopra i fornelli, si libra tra i lavelli e il passavivande in un fragore di tuono, apre il primo episodio di questa serie culinaria. Nausea assicurata!
Tutto questo per trasmettere allo spettatore lo stress che si respira durante uno sparo in cucina, un’atmosfera febbrile ed concitata che contrasta con l’accogliente sala di questo ristorante dove i clienti si deliziano con piatti raffinati in un’atmosfera rilassata.
Lombo de “L’Orso”
In uno scatto, che non si prende nemmeno il tempo di esaltare piatti che dovrebbero comunque essere i protagonisti della serie, è detto il fatto! “The Bear”, il punto di riferimento americano in questo campo, c’è stato e “The Chef” sarà solo una misera imitazione britannica.
L’impressione è confermata fin dal primo episodio, che si impantana in una coltre di pathos pesantissimo quando Carly, cuoca sotto pressione, si toglie di dosso il grembiule per venire in aiuto della madre, che potrebbe essere in fin di vita. Anzi! Mentre la sua brigata lotta senza di lei, mentre gli investitori sono impazienti di incontrarla, Carly torna al galoppo perché è fiduciosa, lei che ha sacrificato tutto, amore e amicizie, per rendere redditizia la sua Point North.
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Carly in carica
Certo, “The Chef” delizierà senza dubbio i fan del film “Boiling Point”, che ritroveranno volti familiari, a cominciare da quello di Vinette Robinson, detta Carly. Ora responsabile dei propri affari dopo la Bérézina del suo mentore, il pazzo Andy Jones, diventato alcolizzato, gestisce molti degli ex compagni di squadra del suo ex capo. Ma oltre a lottare per la sopravvivenza del suo ristorante, sa ascoltare il suo staff.
Così, tra il giovane pasticcere suicida che si lascia cicatrici, un buon samaritano con alcolisti anonimi che potrebbero ricadere, un manager di cucina con un forte senso dell’umorismo che stanca i suoi dipendenti e il suo secondo che dà sui nervi, Carly deve gestire un povero nuovo arrivato che tuttavia manterrà, perché ha il cuore aperto. In realtà sarebbe tornato alla disoccupazione! Non lì. Un paradosso per una serie che mira a trascrivere nel modo più accurato possibile le difficoltà affrontate dagli chef.
Indigesto come una millefoglie stantia
Costruito come una millefoglie stantia con crema pasticcera grumosa, il montaggio alterna stress in cucina, servizio complicato e momenti di vita fuori dal ristorante per mostrare gli umani sensibili dietro i robot che si muovono meccanicamente in cucina o in sala. Solo che l’empatia per questi personaggi grezzi non funziona mai. Quel che è peggio, l’arco drammatico è noioso e la messa in scena poco ispirata metterà a dura prova anche i fan meno esigenti della serie, poiché ogni episodio si basa su una struttura sempre identica e viene presentato in modalità copia e incolla.
Philippe Congiusti/mh
“Lo Chef” di Philip Barantini, con Stephen Graham, Vinette Robinson, Alice Footham. Miniserie di quattro episodi da vedere su Canal+ dal 14 novembre 2024.