“La Mesias” dipinge un ritratto avvincente di una madre tossica e devastata – rts.ch

“La Mesias” dipinge un ritratto avvincente di una madre tossica e devastata – rts.ch
“La Mesias” dipinge un ritratto avvincente di una madre tossica e devastata – rts.ch
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Doppio premiato al Festival Séries Mania di Lille, “La Mesias” di Javier Ambrossi e Javier Calvo racconta la storia di fratelli sotto l’influenza di una madre mostruosa. Un affresco tanto monumentale quanto commovente vedere su Arte.tv fino al 14 novembre 2025.

Una sera, Enric (Roger Casamajor) ha uno shock. Assistente alla regia di un film dedicato all’apparizione della Madonna Nera ai piedi della montagna di Montserrat – uno strano santuario catalano che attira anche appassionati di UFO – ha scoperto su Internet un video virale di un gruppo cattolico.

Capisce subito che le sei giovani cantanti che si muovono sullo schermo sono le sue sorellastre. Vestiti con abiti kitsch, cantano “Stella Maris”, dal nome della casa in cui è cresciuto con sua sorella Irene (Macarena Garcia). Cresciuti da una madre tirannica, la fuggirono per molto tempo.

“La Mesias” su Arte.tv, il ritratto avvincente di una madre tossica e devastata / Vertigo / 5 min. / Venerdì alle 17:17

Dirigente di un’impresa di cucito, sposata e che vive in modo frugale, anche Irene è devastata da questo video. Quando Enric la contatta, lei lo rifiuta, lo incolpa di averla abbandonata e ammette di non averlo mai perdonato. Ma Enric insiste. Vuole salvare le ragazze da questa madre pazza, una donna pericolosa che afferma di essere la voce di Dio sulla Terra. Insieme cercheranno di ritrovare le loro famiglie che vivono al di fuori di qualsiasi sistema.

Un puzzle narrativo complesso

Procedendo a piccoli passi con un ritmo lento, l’azione naviga tra tre decenni in collisione, gli anni ’80, ’90 e 2010. La narrazione volutamente dettagliata con molti flashback compone un puzzle complesso pieno di riferimenti cinematografici e dove la commistione di generi diventa la norma. .

Il tono può così spostarsi da una scena all’altra, da un opprimente thriller psicologico a una gioiosa commedia musicale o da un film fantasy angosciante a un commovente dramma familiare. L’unica costante in questo straordinario affresco rimane questa madre che attraversa i secoli.

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Interpretato magistralmente da Ana Rujas, Lola Duenas e Carmen Machi, il personaggio della madre, Montserrat Baro, disturba tanto quanto affascina. All’inizio si separò dal marito, uscendo in bellezza dalla casa coniugale, con i figli Enric e Irene sotto il braccio. Consapevole del suo potere di attrarre gli uomini, fa feste, si droga, si ubriaca, scopa. Madre indegna e depravata, arriverà al punto di prostituirsi affinché i suoi figli abbiano un tetto sopra la testa e cibo nel piatto.

La vita nuova sotto l’influsso dell’Opus Dei

Ben presto, Pep (Albert Pla), un personaggio enigmatico che lo osservava in silenzio, gli offre la sua mano e la sua Bibbia. Lei accetta di seguirlo. Sequestrata da quest’uomo severo che si dichiara dell’Opus Dei, la piccola famiglia ricostituita inizia una nuova vita modesta in una baracca in rovina, lontana dal mondo. Ecco, bisogna accontentarsi del minimo, mangiare la zuppa in silenzio, coltivare l’orto senza batter ciglio, lodare Dio e andare dritto.

Immagine tratta dall’episodio “Una donna vestita di sole”, della serie “La Mesias”. [Suma Content]

Gli anni passano, i fratelli crescono. La madre irascibile, cattiva, violenta e arrabbiata rimprovera e umilia i suoi figli alla minima occasione fino al giorno in cui Dio le parla e le comanda di sacrificare le sue figlie. D’ora in poi canteranno e danzeranno per diffondere la sua buona parola, mentre lei, a pagamento, farà da intermediaria tra l’aldilà e i fedeli pronti a credere nel suo dono.

La tirannia della madre e il sacrificio delle figlie

Con questo personaggio dal carattere forte e potente, un tornado che niente e nessuno può contenere, nemmeno Dio, “La Mesias” affascina. Il fanatismo religioso e i suoi eccessi settari vengono qui analizzati con notevole finezza. La devastazione irrevocabile provocata da una donna disturbata sui bambini che priva della vita, pur convincendosi di fare il loro bene, fa venire la pelle d’oca. Il suo desiderio di dominio assoluto sulla sua tribù turba quanto mette in discussione.

Doppiamente premiato al Festival Séries Mania di Lille – migliore produzione nella sezione Panorama internazionale e Premio studentesco -, “La Mesias” offre uno sguardo sulla maternità, sulle sorellanze, sull’infanzia e sull’impotenza dell’assistenza pubblica di fronte a un fenomeno come quello la serie è stata offerta raramente.

Confezionato in un’opera densa, il suo unico difetto è senza dubbio la lunghezza dei sette episodi, che non dura mai meno di 65 minuti.

Philippe Congiusti/sf

“La Mesias”, di Javier Ambrossi e Javier Calvo, sette episodi da vedere su Arte.tv fino al 14 novembre 2025.

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