Creata nel 1956 dall’Unione Nazionale degli Antiquari, insediatasi sotto la guida di André Malraux al Grand Palais nel 1962, la Biennale des Antiquaires è stata per lungo tempo l’evento sociale più popolare della vita parigina, attirando meglio di qualsiasi altro evento d’élite internazionale. L’arredamento sontuoso, la cena di gala a beneficio delle buone opere, tutto ha contribuito al prestigio dell’evento. Tuttavia, dissensi interni sempre più aspri e alcuni scandali di alto profilo hanno offuscato il prestigio della fiera, che ha dovuto reinventarsi.
Leggi la storia (nel 2021): Articolo riservato ai nostri abbonati La Biennale dell’Antiquariato cala il sipario
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Lo fa dal 2022, dopo la fusione con un’altra, più recente, fiera, Fine Arts Paris, concorrente creata nel 2017 dagli organizzatori dell’eccellente Salon du Dessin. Inaugurata il 20 novembre, FAB (for Fine Arts la Biennale) Parigi, come viene ormai chiamata, non ha ritrovato i fasti di un tempo ma mostra, in un clima sereno, i reperti di 100 gallerie (un quarto dei nuovi entranti, un terzo di mercanti stranieri) che rappresentano specialità molto diverse, dai gioielli antichi ai mobili e dipinti o sculture di tutte le epoche, compresi i librai per amanti dei libri raro. Pertanto, questa copia eccezionale di Lettere portoghesidi Gabriel Joseph de Lavergne, conte di Guilleragues, libro leggendario pubblicato nel 1669, in una rilegatura d’epoca, rinvenuta dalla libreria Jean Baptiste de Proyart. Oppure il manoscritto di IL Scomparsa (1969), di Georges Perec, dove nel nome dell’autore compare solo la lettera e, ritrovato da Benoît Forgeot.
Per quanto riguarda i mobili, possiamo confrontarci con noi “Gusto Rothschild”come si dice nel settore, con una segretaria in lacca realizzata da Adam Weisweiler intorno al 1790-1795 (galleria Léage) o una scrivania piatta con timbro BVRB (Bernard II Vanrisamburgh) esposta dalla galleria Steinitz, entrambe appartenute alla famosa famiglia, di cui anche un altro membro, la baronessa Ephrussi-Rothschild, ha ricevuto un omaggio (niente è in vendita) da parte ricostruzione di una stanza della sua villa a Saint-Jean-Cap-Ferrat (Alpi Marittime), oggi di proprietà dell’Institut de France. Oppure per gli appassionati dai gusti più moderni, lasciatevi tentare da un divano, pezzo unico di Martin Szekely, ma anche dalla libreria “Mexico” disegnata da Charlotte Perriand nel 1952, esposta da Jousse Entreprise.
Buon eclettismo
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