Dopo una settimana di festival e più di 100 proiezioni, domenica è stato svelato il palmares di Entrevues.
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Ed è proprio al regista californiano Jinho Myung che la giuria ha deciso di assegnare il primo premio Janine Bazin, per il suo primo lungometraggio Guscio morbido. Presentato in anteprima mondiale a Baltimora, questo film ripercorre l’avventura di un fratello e una sorella di origine tailandese, che devono provvedere a se stessi nella grande New York dopo la morte della madre.
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Un premio per un lungometraggio che ha sicuramente interessato l’ospite d’onore di questa edizione, la regista Nancy Savoca, originaria del Bronx. L’altro gran premio, André S. Labarthe, dedicato ai cortometraggi, è andato a Djiby Kebe per L’anticipo una satira sociale che descrive il pernicioso razzismo dell’arte contemporanea. Per l’universo musicale di Oltre la memoria la regista svedese Victoria Verseau ha vinto il premio One + One e una menzione speciale nella categoria lungometraggi.
Farah Kassem acclamata
Il pubblico è stato conquistato dal cortometraggio Fatme di Diala Al Hindaoui e il film di Farah Kassem. Per il suo documentario Siamo dentro anche il libanese lascia Belfort con il premio Tënk, novità per il 2024. Questa testimonianza intima immerge lo spettatore nel padre del regista, che torna nel suo nativo Libano dopo 15 anni. “Nella speranza di un’ultima conversazione, cercano di trovare un linguaggio comune, che alla fine sarà la poesia”, spiega Farah Kassem.
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Per quanto riguarda il corso “Nuovi Talenti”, che permette ai cineasti regionali di entrare in contatto, i due vincitori sono Bruno Coulon di Digione e Irian Bert, originario di Dampierre-les-Bois.