Libro. Non rifuggiamo dal nostro piacere: Indomabileil resoconto scritto da Boris Johnson dei suoi anni al potere – prima come sindaco di Londra (dal 2008 al 2016), poi come Primo Ministro del Regno Unito, tra il 2019 e il 2022 – è molto piacevole da leggere per un libro di politica. Il libro è pieno di aneddoti e dettagli incongrui o divertenti.
Tuttavia, questo lastricato di quasi 800 pagine, scritto in prima persona dall’ex leader cacciato, a metà mandato, da Downing Street, in modo umiliante, dopo lo scandalo dei “partygate” (partiti organizzati nei ministeri durante il confinamento), non contiene né rivelazioni, né mea culpa, né riflessioni sulle ragioni dei suoi fallimenti.
Boris Johnson, che ha iniziato la sua carriera come giornalista – prima a Voltequindi a Telegrafo quotidiano e a Spettatorei tre principali giornali d’opinione della destra britannica – sa innegabilmente come catturare l’attenzione del lettore. Dal conflitto legale con la “Donna Ragno”, Brenda Hale, presidente della Corte Suprema britannica (che ha dichiarato illegale la sua sospensione del Parlamento nel settembre 2019) alla vacanza con la famiglia in Canada interrotta nell’estate del 2011 a causa dei disordini a Londra , il politico moltiplica gli scenari per evitare un racconto eccessivamente cronologico.
Bugie sulla Brexit
L’ex sindaco di Londra con il suo aspetto caratteristico – capelli arruffati, abito spiegazzato, scarpe consumate – sembra interpretare il suo personaggio fino alla caricatura. È sempre pronto a raccontare una battuta, ad ammettere un errore, non prende niente e nessuno sul serio, a cominciare da se stesso. Non risparmia alcun dettaglio al lettore, in particolare il ridicolo episodio della zip line, sulla quale si è incastrato nell’estate del 2012 durante le Olimpiadi di Londra, dopo essersi lanciato lì per attirare l’attenzione degli inglesi che non ne hanno trovato entusiasmo. Abbastanza.
Si diverte molto anche a raccontare questa telefonata da Downing Street, qualche anno dopo, mentre era agli orinatoi della Camera dei Comuni: era il Primo Ministro, Theresa May, che cercava di contattarlo per offrirgli l’incarico. del Ministro degli Esteri… Leggendolo si ha quasi l’impressione di sentirlo parlare: moltiplica le esclamazioni, i sussulti, le citazioni degli autori classici greci, che venera.
Johnson, che si è dimesso dalla Camera dei Comuni nel giugno 2023 (prima di essere sconfessato dalle conclusioni di un’inchiesta parlamentare sul “partygate”), fornisce lunghi sviluppi alla Brexit, di cui è stato uno dei principali sostenitori. Tuttavia, non mette mai in dubbio le ragioni per cui, secondo tutti i sondaggi, la maggioranza dei cittadini britannici ora sconfessa il divorzio dall’Unione Europea. L’ex leader cita certo “Frosty”, alias David Frost, il suo negoziatore con gli europei, ma è per esaltare le sue doti diplomatiche.
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