Dune su “Le Monde”, dall’epopea letteraria marginale alla saga profetica a tutto schermo

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Chris Mason e Sarah-Sofie Boussnina nella serie HBO “Dune: Prophecy”, trasmessa su Max. HBO

Cè di nascosto quello Duna ha fatto la sua prima apparizione in Il mondo, il 23 ottobre 1970. Il lavoro di Frank Herbert, ora trasmesso come serie televisiva ad alto budget (Duna. Profezia, SU Max), è quindi solo il primo volume di una saga di fantascienza conosciuta in Francia solo dagli appassionati del genere. È del resto Jacques Goimard, accademico francese che insegna “letterature marginali” all’Università di Parigi-VII, a segnalare in un articolo accademico questa epopea intergalattica, la cui pubblicazione negli Stati Uniti iniziò su una rivista di fantascienza all’inizio degli anni ’60. .

Il suo autore Frank Herbert è un veterano della Seconda Guerra Mondiale, giornalista e autore di racconti, convertito all’ecologia. Nel suo articolo dedicato al boom dei libri di fantascienza nelle librerie francesi, Jacques Goimard saluta un “ libro grande e bellissimo “, Sebbene ” un po’ laborioso in alcuni punti ».

Fu solo il 24 novembre 1978 che la saga Duna essere raccontato su “Le Monde des livres”, dalla penna di Alexis Lecaye. Questo scrittore e sceneggiatore è entusiasta dell’ultimo volume, Figli di Dune (Robert Laffont, 1978), che “ chiude una delle epopee più magistrali della fantascienza contemporanea ».

Il collaboratore delle pagine letterarie di Mondo si avventura a riassumere questo” affresco strabiliante » e stracolmo di 1.200 pagine: “ Arrakis è il centro della storia, un mondo desolato al cui confronto il Sahara è un paradiso umido e verde, unico fornitore di un farmaco, “la spezia”, elisir di preveggenza e longevità.spiega. Solo questa spezia permette ai navigatori interstellari di navigare attraverso le correnti dello spazio. Per tutti gli uomini, il possesso di droghe e le loro fonti sono la base del potere. Sullo sfondo si estende fino alle stelle una civiltà umana infinitamente diversificata, un immenso impero feudale condiviso tra poche grandi famiglie. »

L’errore lynchiano

Nel corso degli anni, la saga Duna si affermò come un successo commerciale mondiale nelle librerie, con ben presto più di 20 milioni di copie vendute. Ma una maledizione incombe sul suo adattamento al cinema. Come ricordato Il mondo nel febbraio 1985, diversi registi si ruppero i denti lì, tra cui Alejandro Jodorowsky. Si tratta infine dell’americano David Lynch, coronato dal successo dei suoi primi due film Gomma da cancellare et L’Uomo Elefante, che cerca di raccogliere la sfida. Ma il suo Duna non convince la critica di Mondo Colette Godard, che sembra trovare il film di Lynch molto blando, all’unisono con tutta la critica.

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