“I Campi della Luna”, di Catherine Dufour: risveglio di una coscienza lunare

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La Luna. GRANGER COLL NY/AURIMAGES

“I Campi della Luna”, di Catherine Dufour, ed. Robert Laffont, “Altrove e domani”, 288 pag., 20,50 €, digitale 14 €.

El-Jarline mantiene e sviluppa instancabilmente la vasta serra di cui è responsabile. Situato sulla superficie della Luna, questo giardino campanario ospita colture alimentari e ornamentali, nonché numerosi animali, dai più piccoli a quelli leggermente più grandi, nei loro ecosistemi pazientemente ricostituiti. A differenza degli abitanti umani del satellite terrestre, rifugiati nelle loro città sublunari, questo dotto agricoltore e veterinario può resistere a lungo alle feroci radiazioni solari e stellari che sconvolgono inesorabilmente cromosomi e genomi: El-Jarline è una macchina, dotata di formidabili programmi informatici ad autoapprendimento per svolgere la sua missione, interagire con gli esseri umani e i nostri simili e progredire continuamente. La sua ultima sfida, lanciata da uno dei suoi supervisori: esprimersi in modo più facilmente comprensibile, fornendo di più “contesto” e meno abbreviazioni strettamente tecniche. I Campi della Luna costituisce il diario di bordo di questo preciso tentativo di miglioramento – e di alcune sue inaspettate conseguenze…

Con questo dodicesimo romanzo, Catherine Dufour, informatica di professione e punk per temperamento, conferma il suo posto di autrice ai vertici della fantascienza e del fantasy francese contemporaneo – ma non solo: ricordiamo, tra le sue produzioni più recenti, diAda ovvero la bellezza dei numeri (Fayard, 2019), la sua vivace biografia della pioniera della programmazione Ada Lovelace, e diAl ballo degli assenti (Seuil, 2020), un’incursione fantastica, crudele ed esilarante in un mondo di fuorvianti assicurazioni contro la disoccupazione e fantasmi vendicativi.

Ai robot tristi

Qui, avendo preso completamente a cuore (se così possiamo dire) questo compito un po’ speciale che le è stato affidato, il robot si scopre destabilizzata e triste da bambina, in un breve soggiorno tra le sue piante e i suoi animali – perché il giardino di luce della Terra è spesso visitato dagli abitanti sublunari per un breve cambio di scenario -, contrae una malattia mortale ormai quasi endemica sulla Luna, una malattia progressiva le cui cause e cure resistono alla ricerca. Una cosa tira l’altra, ecco El-Jarline che avvia ufficiosamente la propria indagine forense, passando di sorpresa in sorpresa fino alle abbaglianti rivelazioni finali, giudiziosamente orchestrate con calma e silenzio – in questo spazio lunare dove, naturalmente, nessuno non ti sente urlare .

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