Fairouz, la voce della speranza

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Sono passati diversi anni dall’ultima volta che cantava o si esibiva in pubblico. Ma le sue canzoni e la sua voce, soprattutto negli ultimi mesi, risuonano ancora per le strade di Beirut, capitale del suo nativo Libano, ma anche di Tangeri, Tunisi, Casablanca, Amman, Il Cairo e Damasco. Fairouz, che in arabo significa “turchese”, è il nome d’arte di Nouhad Haddad, una delle più grandi dive del mondo arabo.

Il suo repertorio canta il Libano, la sua unità perduta ma anche la sua straordinaria bellezza. Come evidenziato dal titolo Li Beirutdiventato un classico, che esprime il dolore del cantante e dei libanesi di fronte alla lunga guerra civile che sta divorando il loro paese.

Da Nouhad a Fairouz

Nata a Beirut negli anni ’30, Fairouz proviene da una famiglia che dice essere umile e felice. Inoltre, trascorre le sue estati nel piccolo villaggio della nonna, che ama profondamente e che evoca nella filastrocca per bambini. Baitek Ya Setty El Khetyara. Questa infanzia semplice e paradisiaca costituirà la base delle sue canzoni.

Entrata nel conservatorio e nei cori della radio, incontrò i fratelli compositori Assi e Mansour Rahbani, che volevano farla cantare. Adottando il nome d’arte “Fairouz”, e dopo alcune prove confidenziali, ottenne il suo primo grande successo con la canzone Ecco qui (1952). La giovane sposa Assi e tutti e tre lavorano duro, vivendo quasi in modo autosufficiente e registrando lunghi brani musicali.

In questo periodo la musica dei fratelli Rahbani era più apprezzata all’estero che in Libano, perché considerata troppo moderna. In realtà contribuirono al revival della musica libanese e della musica araba dell’epoca. Negli anni Cinquanta e Sessanta fecero cantare a Fairouz forme di operette piuttosto politiche, che richiamavano la musica andalusa o la musica classica occidentale ma mettevano anche in risalto il cosiddetto folklore libanese.

Nonostante la guerra, cantando speranza e amore

Nel 1967, Gerusalemme nel mio cuoreun album a sostegno degli sfollati palestinesi ma che canta anche la fede cristiana di Fairouz, segna la fine di una certa leggerezza e l’inizio di un lungo decennio segnato in particolare dalla guerra civile libanese.

Il repertorio di Fairouz diventa più oscuro ma anche più consolante. La sua immagine pubblica diventa sempre più sofisticata: ombretto, labbra disegnate, ecc. Fairouz si adorna come se indossasse un’armatura. Vera icona, quasi una sacerdotessa, canta le canzoni scritte dal marito e dal cognato, poi dal figlio Ziad, altro virtuoso della composizione.

Soprattutto Fairouz non si schierò e non si esibì più in Libano fino alla fine della guerra. Continua tuttavia a cantare ovunque e per tutte le comunità libanesi, trasmettendo metafore amorevoli nelle sue canzoni, celebrando l’idea della riunione durante i tour mondiali.

Per andare oltre:

  • Il libro Fayrouz: Canto l’umanità di Marjorie Bertin sarà pubblicato il 6 dicembre da Orients.
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Fairouz all’Olympia di Parigi (Francia), 1979.
©Getty – Jean-Claude FRANCOLON / Collaboratore

Clip audio:

  • Fairouz, Li Beirutalbum Maarifti Feek1989
  • Fairouz, Baitek Ya Setty El Khetyaraalbum El Eswarah, 1964
  • Archivio: Fairouz sulla musica che ascoltava da bambinadal documentario Fairouz di Frédéric Mitterrand, 1998
  • Asmahan, Ya Toyour
  • FairouzHaji t’âtebni, 1952
  • Archivio: Fairouz su Assi e Mansourdal documentario Fairouz di Frédéric Mitterrand, 1998
  • Fayrouz, Aateny El Nay We Ghanny
  • Fairouz, Dabket loubnanalbum I giorni di Fakhr Eddine1967
  • Fairouz,Talj talj (canti natalizi dall’Oriente e dall’Occidente)1989
  • Archivio: Fairouz sulla famadal documentario Fairouz di Frédéric Mitterrand, 1998
  • Fairouz, Nassam Alayna El Hawaalbum Fairuz In America1971
  • Fairouz, Zahrat el Madaen – (Gerusalemme – Fiore delle città)1967
  • Archivio: Fairouz sui contributi di suo marito e suo figlio alla musica arabaemissione Il gioco continuaFrancia Inter, 2002
  • Fairouz, Habaytak Bel Saif1975
  • Archivio: Lamia Ziadé sulla canzone Di questi Beirut di Fairouzemissione L’idea culturaleFrancia Cultura, 2020
  • Fairouz, Vai a Beirut

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