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Editoriale La Repubblica della Senna e della Marna
Pubblicato il
16 novembre 2024 alle 10:00
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Mentre la sua mostra, “L’effeuillantine”, che si è svolta al Petit Cormier, a Montigny-sur-Loing (Seine-et-Marne) si è appena conclusa, Delfine Ferré sta già preparando il prossimo evento.
Insegnante di arti visive per 30 anni e artista, Delfine si è stabilita a Villiers-sous-Grez per riempire la sua casa di zucche, collage, disegni cesellati e vecchi dizionari di Pierre Larousse!
“Stabilire un dialogo, attraverso l’immagine”, è l’obiettivo primario di Delfine, che, quando arriva a definirsi artista, si vede piuttosto come un tutto-e-vai, ma certamente non qualcuno che si adatta in una scatola!
La tecnologia viene in secondo piano. Il significato, il fatto di raccontare storie, di interrogare l’universo e se stessi, lo sfida.
Trova nel Tyvek, questo materiale sintetico super leggero inventato negli anni ’60, una base innovativa per il suo lavoro. Sebbene all’apparenza fragile, il materiale è comunque molto resistente, il che è un vantaggio quando il taglio che realizza ricorda un pizzo!
» Mia madre mi mise in mano le forbici; Avevo due anni e mezzo, confida. Tagliavo, sedevo sui gradini… non mi fermavo mai”.
Nuove tecniche
La carta da parati floreale giapponese nella casa di famiglia potrebbe essere l’origine della sua passione? Intorno ai 10-11 anni già realizzava composizioni ritagliando i cataloghi botanici del padre. Più tardi, da adolescente, appese nella sua stanza diverse forme di vari colori: » Il mio insegnante mi ha chiesto di farne solo uno, quindi ho dovuto farne cinquanta! »
Successivamente si è formata in altri processi creativi, ma il suo amore per il disegno, il collage e il taglio non l’ha mai abbandonata.
Anche se ha esitato a lungo prima di iniziare per non calpestare artisti più noti, il tempo è stato sfruttato per sperimentare nuove tecniche.
La creazione è per me uno spazio di libertà
I temi, dal canto loro, sono ricorrenti. Il rapporto con la natura, la nascita, il corpo della donna, il rapporto tra madre e figlio, la storia, la memoria sono le sue fonti di ispirazione.
» La creazione per me è uno spazio di libertà. Dico spesso che faccio terapia del pizzo”, un metodo che le permette di ritornare nella sua bolla, un luogo di concentrazione dove ritrova il suo spazio vitale.
Il suo lavoro intuitivo lo porta in sfere sconosciute. Non sa mai in anticipo quale sarà il risultato. » Non ho intenzione di ripetere una ricetta. So come farlo. Ma no, faccio qualcos’altro”.
Pezzi iniziati dieci anni fa possono essere ripresi oggi. Il tempo fa il suo lavoro e porta nuove idee. Oggi sfoglia una collezione di una quarantina di dizionari Pierre Larousse dove trova materiale per il suo lavoro che sarà presto presentato all’AMI Atelier Musée de l’Imprimerie, a Malesherbes, per una mostra che si svolgerà ogni anno. In particolare troverete le illustrazioni, ricavate da dizionari di diverse edizioni, delle 26 iniziali dell’alfabeto.
Per fare questoDelfine ha esaminato quasi 20.000 pagine del Grand Dictionnaire ! Per un anno si è divertita a leggere, a scoprire nuove parole e immagini…
La sua opera più grande consiste in 60 metri di elaborate ondulazioni per il Museo dell’Emigrazione Francese in Canada, un compito titanico che gli ha richiesto 2 anni!
Un’altra mostra si terrà all’inizio del 2025, a Lieusaint, con la Maison des Cultures et des Arts e che durerà fino a marzo. Sono previsti stage anche per le scuole e il pubblico.
Novità ricchissime (come il suo lavoro)! Delfine non smette mai di sorprenderci…
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