The Blue Men, una variazione piena di umanità sui temi del nomadismo, dello sradicamento e dell’attraversamento.
È uno degli eventi culturali di questo mese di novembre. In co-hosting con l’ASSA-ATP, il Théâtre de la Maison du Peuple ospiterà, sabato 16 novembre alle 20,30, la Cie Faux Magnifico con lo spettacolo “Les Hommes bleus” diretto da Toni Cafiero.
Un’opera toccante che rivisita Crin Blanc, il capolavoro di Albert Lamorisse – Palma d’Oro per il cortometraggio al Festival di Cannes nel 1953 – che racconta la storia di un’amicizia tra un cavallo selvaggio e un ragazzino, nella regione della Camargue. .
Per “Gli Uomini Blu”, ci allontaniamo dall’opera originale ma mettiamo in discussione il mito, con questa domanda, se Crin Blanc tornasse oggi dal suo esilio forzato, attraversando il Mar Mediterraneo per riscattare la condotta degli uomini, che dovrebbe dicci?
Uno sguardo lucido sulle migrazioni
Il Mediterraneo è proprio al centro di questo pezzo accompagnato in scena da Jadore de Chance, un cavallo Camargue, a sua volta traghettatore, salvatore, personificazione di Dio… In scena, Stéphanie Marc, Grégory Nardella, Jean Yann Verton accompagnano Jean-Marc Barr, l’attore rivelato in Le Grand Bleu, un film di una generazione co-scritto e diretto da Luc Besson. Raro in teatro, docente d’arte nella serie Antracite uscita quest’anno su Netflix, lo ritroviamo qui in questo lavoro impegnato che offre uno sguardo lucido e sensibile sulle migrazioni.
Gli Uomini Blu arrivano a tracciare una variazione sul nomadismo e sullo sradicamento: quando gli esseri umani devono partire e abbandonare tutto. Seguiamo i destini che si incrociano di una donna che ha scelto la libertà, di un uomo che ha quattro vite o di un altro che vorrebbe poter ricominciare tutto da capo.
In L’Art Vue, Jean-Marc Barr, César del miglior attore nel 1989 per Il Grande Blu spiegare : “È un pezzo molto bello, molto ricco, che sembra provenire da un altro universo. È quasi una favola metafisica sull’idea della traversata, su cosa significhi essere un rifugiato, ma attraverso un certo umorismo, lo spettacolo porta un sguardo pieno di umanità sul fenomeno straziante che è la migrazione.