Suona il campanello, entra e sii felice nel salotto di Theodora

Suona il campanello, entra e sii felice nel salotto di Theodora
Suona il campanello, entra e sii felice nel salotto di Theodora
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Nella più antica galleria ancora attiva del Giura, Théodora ha riunito sotto il titolo Il salone di ieri e di oggi un insieme di opere che raccontano le scelte romantiche dei primi proprietari, Liuba Kirova e Peter Fürst, e le sue, offrendo così creazioni da giovani artisti incontrati a Ginevra dove Théodora vive e lavora.

Oltre all’idea di ricostituire un’atmosfera familiare e accogliente, per il curatore della mostra era importante confrontare le opere antiche con quelle più recenti per creare una certa idea di atemporalità.

Una storia di famiglia

Sulle pareti di questa mostra troverete inevitabilmente un acquerello nei toni dell’azzurro di Peter Fürst, piccoli paesaggi di Liuba Kirova e case solari di Tchouki. Quest’ultimo, nipote di Liuba, si dedicò all’agricoltura e iniziò ad allevare bestiame nelle selvagge campagne del sud-est della Bulgaria.

Anche la storia familiare è stata fonte di ispirazione Lascia pro toto, la serie di dipinti ad olio di Théodora Quiriconi. Nel 2006, la figlia di Liuba si è recata a Sofia, nel quartiere della nonna materna, e ha riportato con sé un centinaio di fotografie di campanelli di edifici. Questi oggetti usurati, invecchiati, arrugginiti, rattoppati offrono una sorta di griglia, una struttura che seduce lo sguardo. Théodora, le cui opere con le perle sono più conosciute, ha realizzato per ogni dipinto un trompe l’oeil dove i bottoni sembrano in rilievo, dove la colla sotto le etichette strappate sembra più reale del vero, dove ogni materiale (bachelite, legno, metallo, post-it, smalto, ruggine) è trattato in modo illusionistico. Oggetti in pessime condizioni che sembrano suggerire il degrado dell’edificio, la sua identità e le difficoltà di una città a trovare una nuova vita.

Robert Indermaur, il maestro

Il ritratto che apre la mostra è un’immagine che va vista, perché è un’immagine che si imprime nel cuore e nella mente. Quelli che ti fanno sorridere a lungo dopo averli visti. Una donna – senza dubbio la moglie dell’artista – in busto, dallo sguardo malizioso e dal sorriso generoso, sta davanti a uno sfondo monocromo nei toni del verde paludoso. Indossa una strana camicetta, aderente al corpo, con tessuto decorato con pesci.

Sirena moderna? Tra i suoi capelli spunta un fiocchetto rosa, a meno che non si tratti della coda di un pesce scappato dalla camicetta. Un’ampia scollatura rivela ossa e muscoli, che si irradiano sotto la pelle come una stella. Nato a Coira, Robert Indermaur aveva 41 anni quando espone per la prima volta a Séprais nel 1988. Il suo universo onirico e vibrante sorprende e delizia l’anima, ancora e ancora.

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