Questa mattina di ottobre, in una piccola stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Saint-Antoine (AP-HP), a Parigi, Julien – il suo nome è stato cambiato – è seduto su una poltrona, con, in testa, una sorta di cappuccio in neoprene verde. Con delicatezza, lo psichiatra Alexis Bourla muove un braccio robotico per posizionare correttamente una bobina elettromagnetica sul suo cuoio capelluto, in modo da fornire impulsi magnetici all’area cerebrale bersaglio: la corteccia prefrontale dorsolaterale destra. Quest’area è coinvolta in particolare nella gestione della memoria, nel processo decisionale e nel controllo degli impulsi e delle emozioni, compreso il circuito della paura.
Julien partecipa a uno studio randomizzato, in doppio cieco – pazienti e medici non sanno se il trattamento è un placebo o meno – condotto presso l’ospedale Saint-Antoine, Pitié-Salpêtrière e in diversi ospedali universitari in Francia, che dovrebbe includere circa un centinaio di pazienti e mira a misurare gli effetti della stimolazione magnetica transcranica (rTMS), associata alla riattivazione della memoria, in pazienti affetti da disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Sono previste tre sessioni settimanali per quattro settimane.
La metà dei partecipanti è stata sottoposta alla stimolazione con placebo, senza impulso magnetico. Questo studio nazionale è coordinato da Florian Ferreri, psichiatra e co-responsabile del centro di riferimento per gli psicotraumatismi Paris-Centre-Sud dell’ospedale Saint-Antoine. Si tratta di un approccio innovativo per un disturbo che è, oggi, al centro di numerosi studi di ricerca. Il disturbo da stress post-traumatico si verifica dopo un evento traumatico (disastri naturali, attentati, guerre, stupri, ecc.) con rischio di morte. I più dannosi riguardano la violenza interpersonale e un atto intenzionale. Si parla di trauma semplice (evento singolo o limitato nel tempo) o complesso (ripetuto).
Patologia della memoria
Sebbene la maggior parte delle vittime non soffra di disturbo da stress post-traumatico, alcune sviluppano sintomi particolarmente invalidanti. Rivivimenti ripetuti dell’evento, con flashback, immagini invadenti, incubi, evitamento di situazioni che ricordano il trauma, pensieri negativi, ritiro in se stessi. A ciò si aggiungono l’ipervigilanza, i disturbi del sonno, l’ansia… Tanti sintomi che alterano la vita personale, sociale e professionale di queste persone con problemi mentali.
Il disturbo da stress post-traumatico è anche una patologia della memoria. Spesso si associa ad altri disturbi: dipendenze, disturbi comportamentali, depressione, rischio suicidario. Per non parlare delle possibili conseguenze sulla salute somatica, in particolare a livello cardiovascolare.
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