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Editoriale di Vernon
Pubblicato il
21 settembre 2024 alle 18:08
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GIOVEDÌ 12 settembre 2024il cinema Vernon (Tuo) ha trasmettere il film Spondyfightalla presenza dei protagonisti principali. Questo lungometraggio documenta il viaggio di Anthony Boscher, pugile e affetto da una malattia genetica.
Anthony Boscher è un pugile dilettante. A 38 anni, è padre di due bambini piccoli e vive a Beuzeville, nell’Eure, dove è consigliere comunale.
Nel 2013 gli è stata diagnosticata una malattia genetica: la spondilite anchilosante, una infiammazione cronica del giunti caratterizzata da danni alla colonna vertebrale e al bacino. Si manifesta attraverso crisi dolorose, alternate a periodi di calma e remissione. I medici prevedono per lui un futuro cupo con una probabile fine della vita su una sedia a rotelle. La malattia progredisce di giorno in giorno.
“Il giorno in cui ho dovuto usare un bastone per alzarmi, mi sono detto che dovevo fare qualcosa prima che fosse troppo tardi”, racconta Anthony.
Di nuovo sul ring
Anthony allora si pone una sfida. Quella di tornare sul ringche aveva trascurato fin dall’inizio debilitante della sua malattia. Non viene solo per allenarsi, ma anche per fare un ultimo combattimento in pubblico.
Allenato da Lancelot de la Chapelle, questo ex campione francese dei pesi medi è l’organizzatore di un gala espositivo che avrà luogo tra qualche mese. L’ex campione francese lo invita a partecipare.
Banco per Anthony Boscher che vuole andare oltre, aumentare la consapevolezza pubblica a questa malattia poco conosciuta che colpisce lo 0,3% della popolazione.
Per farlo, ha contattato Florent Zelmire, un amico direttore di film. Si conoscono dai tempi dei loro studi congiunti all’Università di Caen.
Anthony si offre di filmarlo durante le sue sessioni di allenamento, la sua vita quotidiana, in famiglia, durante gli appuntamenti medici. Il filo conduttore è il viaggio del pugile verso l’incontro di boxe definitivo.
“Un inno alla resilienza”
Florent Zelmire accetta il progetto. Il finanziamento del film era una lunga via crucis.
Questo progetto di lungometraggio non interessava molto a nessuno. Molte porte si chiudevano e poi qualcuna si apriva.
“Il film vuole essere informativo sulla malattia, ma non solo. Volevamo mostrare, in accordo con Anthony, la capacità di motivazione di ogni persona, malata o meno. Questo film è un inno alla resilienza”, aggiunge Florent Zelmire.
Il film documentario dura 1 ora e 12 minuti, si intitola Spondyfight ed è proiettato in alcuni cinema della Normandia.
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