Violenza parigina con Jérémie Foa, Alexandre Dumas, Honoré de Balzac

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“All Those Who Fall. Volti del massacro di San Bartolomeo”, di Jérémie Foa, La Découverte, “Poche”, 380 p., €19.

“Parigi ai tempi dell'insurrezione”, di Alexandre Dumas, prefazione di Stéphane Zékian, Rivages pocket, “Piccola biblioteca”, 144 pag., € 8,50.

“La casa del gatto che suona. Il ballo di Sceaux. La Borsa”, di Honoré de Balzac, a cura di Isabelle Mimouni, prefazione di Olivier Rolin, Folio, “Classique”, 400 p., €7,80.

Dalla notte di San Bartolomeodal 23 al 24 agosto 1572, del suo suono a campana e del suo terribile salasso, abbiamo spontaneamente una visione da “grande opera”, dettata meno da Michelet che da Regina Margotdi Dumas padre (1845), esaltato dal film di Patrice Chéreau (1994) con la sua strage caravaggesca, le sue grida di rabbia e di agonia, il suo barocco superlativo. Con lo storico Jérémie Foa e il suo Tutti coloro che cadonoè un eufemismo dire che l'angolo di attacco e l'apprensione dell'evento cambiano. Meyerbeer è succeduto da Bernanos. Quello di Grandi Cimiteri sotto la Luna (1938), carichi dei loro squadroni della morte al tramonto, dei loro omicidi programmati, delle loro fosse comuni improvvisate.

Ignorando i movimenti spontanei e anonimi della folla e avvalendosi di un mondo di archivi notarili ancora dormienti, Foa prende di mira, nomina e incarna gli assassini zelanti. “La festa di San Bartolomeo è l'opposto di una rivolta popolare”scrisse. Poi, con i loro strumenti e un odio o, peggio, un'avidità a lungo accarezzata, duetti folli e trii sinistri emergono dall'ombra. I più emblematici, Thomas Croizier, Claude Chenet, Nicolas Pezou, robusti borghesi e artigiani cattolici, tre degni portatori alle feste sacre del santuario di Sainte Genoveffa e che, quando giunge il momento, diventano il Jack lo Squartatore della Lega.

Altro punto essenziale dell'indagine di Foa: la dimensione topografica. Il giorno di San Bartolomeo è la morte porta a porta. Tutto uno sforzo preliminare di grigliatura e identificazione dei protestanti che, quando finalmente arriva la notte tanto attesa, funge da cortocircuito per una presunta epurazione mistica che il più delle volte è solo un'occasione unica per saccheggiare e saccheggiare. Non dimenticheremo, leggendo, il cadavere decapitato dell'umanista Ramus, gettato nella Senna con migliaia di altri, l'ebraista Chesneau, lasciato morto “sul pavimento”o lo sventramento della famiglia Le Doux, rue de la Vieille-Monnaie. Combinando il potere visionario di un Denis Crouzet (e oltre quello di Alphonse Dupront e Pierre Chaunu) con la restituzione amorevole ed erudita di personaggi modesti, quella di un'Arlette Farge, Jérémie Foa possiede ciò che Hugo chiamava “questa oscura lealtà verso le cose cadute”.

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