Questa è la polemica del momento nel mondo del ciclismo. Negli ultimi mesi tre squadre hanno ammesso di aver fatto ricorso all'uso del monossido di carbonio. I corridori hanno inalato la sostanza dopo essersi allenati in quota, secondo loro per conoscere le loro prestazioni in queste condizioni. Tuttavia, al momento non è chiaro se tali tecniche possano migliorare le prestazioni degli atleti. In questo contesto, l’UCI ha chiesto all’Agenzia mondiale antidoping di commentare questa misura e sollecitarne l’abbandono. Sul set di RMCMarc Madiot è andato oltre. Per il capo del Groupama-FDJ, il gruppo deve agire rapidamente prima che la situazione diventi diffusa: « Sì, siamo in pericolo, e tutto per una semplice ragione. Ci vorranno altri cinque-dieci anni per risolvere la questione, mentre la WADA, l'UCI e i test verranno istituiti. Qui parliamo di tre squadre che utilizzano o hanno utilizzato questa attrezzatura. Vi dico che da tre squadre arriveremo a cinque sei sette, poi dieci, poi quindici, poi il 90% del gruppo. Non ho alcuna intenzione di utilizzarlo e vi dirò cosa dobbiamo fare e questo è il messaggio che ho inviato al presidente dell'UCI. La situazione è molto semplice, siamo in questo mondo del ciclismo con 25 squadre che compongono il 100% del grande calendario mondiale. Una cosa semplice è che noi capi squadra ci impegniamo per iscritto e sul nostro onore a non utilizzare questo metodo, che sia buono o cattivo, che porti un beneficio o meno, non ci interessa. Ci impegniamo a non acquistare questa attrezzatura e a non utilizzarla. »
“Nessuno nel mio team utilizzerà questa attrezzatura”
Per l'ex vincitore della Parigi-Roubaix le squadre devono impegnarsi per iscritto a non ricorrere a tali metodi. In ogni caso si impegna a non utilizzarlo: “Prendiamo un foglio di carta, una matita o lo facciamo vocalmente per affermarci. Ti dico che nella mia squadra nessuno utilizzerà questa attrezzatura. Invito i colleghi del mio team ad avere lo stesso atteggiamento. Se i 25 boss delle più grandi squadre del mondo dicono “non usiamo questo metodo”, non useremo questo metodo. Se restiamo nel “forse sì, forse no, dobbiamo provare” tra cinque anni siamo ancora lì, siamo appesantiti e siamo morti. » Una decisione forte da parte del regista.
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Per riassumere
Marc Madiot ha lanciato l'allarme e sta incoraggiando i capi squadra a rifiutare una tecnica controversa utilizzata da corridori come Tadej Pogacar o Jonas Vingegaard.
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