Il suo Tour of Britain è stato idilliaco… fino a una terribile caduta. Paul Magnier (20 anni) riesce a malapena a ricostruire questo incidente, venerdì nei nostri locali, tre settimane dopo averlo vissuto. “Ho appena saputo da un corridore dell’FDJ (sì) che mi sono voltato e ho colpito la ruota di un pilota davanti. Sarei caduto nel corridoio…“, ci racconta in apertura di un’intervista realizzata a margine dei Mondiali di Zurigo, saltati nella categoria U23 per infortunio.
“Avevo 36 punti di sutura tra caviglia, ginocchio e anca. Mi sono grattata la spalla e ho perso le unghie“, spiega il corridore francese della Soudal Quick-Step, che ha trascorso otto giorni in ospedale. Otto sono anche i suoi successi nel 2024, di cui cinque nel gruppo professionistico e tre durante l’evento britannico. Sono soprattutto le sue qualità di velocista che permettono già a Magnier di brillare. Ma non vuole ridursi a questo registro.
Ti sei ripreso dalla grave caduta durante il Tour of Britain?
Paolo Magnier : Sta migliorando, comincio a camminare di nuovo normalmente. Ho ancora qualche problema di mobilità al ginocchio, ma la testa sta meglio. Tornerà poco a poco. È soprattutto il cervello che avrà bisogno di tempo. Dovrò riposarmi un po’ ma con il periodo invernale avrò ancora tempo per prepararmi.
Questa preparazione sarà focalizzata sullo sprint?
PM : Adoro allenarmi per gli sprint, lavorare sulla mia esplosività. Ma mi piace allenarmi anche in quota, facendo tanti dislivelli, anche solo per sentirmi a mio agio sui dossi, per non soffrire appena c’è un terrapieno. Non mi concentrerò solo sullo sprint, cercherò di scoprire un po’ tutte le aree.
Velocista, non è una professione a sé stante?
PM : Uno sprint comporta molta adrenalina e stress. Penso che sia difficile rimanere uno dei migliori velocisti al mondo per tutta la carriera. C’è la paura di cadere, tante cose che entrano in gioco… Per il momento mi sento bene, non ho mai avuto troppa paura durante uno sprint, ma so che può succedere velocemente. Ho una buona squadra che spesso riesce a mettermi in prima linea, il che mi permette di faticare un po’ meno.
La struttura Quick-Step includeva Tom Boonen tra le sue fila, in quanto velocista classico. Ma da allora, da una parte ci sono più i velocisti (Bennett, Viviani, Kittel, Cavendish), dall’altra i grandi nomi delle grandi corse di un giorno (Gilbert, Terpstra, Alaphilippe, Evenepoel). Non temi di essere, certo, perfettamente portato via… ma anche chiuso in una scatola?
PM : Non mi spaventa troppo per il momento. Abbiamo Tim Merlier nella squadra, che secondo me è il miglior velocista del mondo quest’anno. Si concentra soprattutto sulle grandi gare destinate ai velocisti, ma gli piace correre anche la Parigi-Roubaix (miglior risultato: 23°, ndr) e il Giro delle Fiandre (43°). Fa un po’ entrambe le cose: sprint e classiche. Vorrei fare lo stesso.
La Parigi-Roubaix e il Giro delle Fiandre potrebbero essere nel tuo programma nel 2025?
PM : Ho già discusso il mio programma con la squadra. Non credo che il prossimo anno farò gare importanti come il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, piuttosto gare simili ma ad un livello leggermente inferiore, dove posso correre per vincere. Ma in futuro voglio partecipare a queste grandi classiche e vincerle.
Hai descritto Tim Merlier come “miglior velocista del mondo“Ma il tuo compagno di squadra Luca Lamperti ha detto che eri”quasi (al suo) livello“durante l’allenamento precampionato dell’anno scorso. Lo avresti anche picchiato su un cartello…
PM : È grazie a questo che ho impressionato molte persone del team (sorride). Un allenamento sprint era andato bene per me. Ero riuscito a batterlo. Era dicembre o gennaio, quindi non quando era al suo meglio. Ma sicuramente mi ha dato fiducia e penso che mi abbia permesso di sbloccare il mio contatore velocemente, fin dalla mia prima gara, in Spagna (nell’ambito del Mallorca Challenge, ndr).
Magnier, giovane primo nel Trofeo Ses Salines-Felanitx
Avere grandi corridori come Alaphilippe ed Evenepoel che lavoravano per me… era un sogno
Quale delle otto vittorie di questa stagione ti ha regalato più emozioni?
PM : I tre successi al Giro di Gran Bretagna, con Julian Alaphilippe e Remco Evenepoel, in particolare, in squadra. C’era un’atmosfera fantastica. Remco ha partecipato all’eccezionale lavoro svolto da tutta la squadra, in vista dello sprint. Poi Julian era lì per posizionarmi nell’ultimo chilometro. Vederlo rischiare per me, negli ultimi chilometri del Tour of Britain, mi ha scaldato il cuore. Soprattutto perché si stava preparando per i campionati del mondo, non doveva cadere. Avere grandi corridori come loro che lavoravano per me… era un sogno.
PM : Mi piacerebbe diventare un corridore come Mathieu van der Poel. È molto veloce, ha vinto molte classiche, titoli mondiali… e ha classe.
È anche multidisciplinare e ti piace la mountain bike…
PM : Sì, ho iniziato a pedalare con la mountain bike. E’ una disciplina che mi piace e che pratico tutt’ora in allenamento. Abito vicino a Grenoble, ci sono dei sentieri nelle vicinanze. Avere due programmi (mountain bike e strada in questo caso, ndr) è complicato… ma magari in futuro ricomincerò a gareggiare seriamente.
La cosa più divertente? Il più veloce? Il più elegante? Alaphilippe e Evenepoel visti da Magnier
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