l’icona eterna del ciclismo francese attraverso immagini d’archivio

l’icona eterna del ciclismo francese attraverso immagini d’archivio
l’icona eterna del ciclismo francese attraverso immagini d’archivio
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Prima di diventare il beniamino dei francesi, soprannominato affettuosamente “Poupou”, Raymond Poulidor era solo un giovane promettente del Limosino, che pedalava con entusiasmo sulle strade di campagna. Uno sguardo agli esordi di un uomo che scriverà alcune delle pagine più belle del ciclismo, diventando una leggenda del Tour de France. Questa è una delle immagini forti del nostro incontro NoA History dedicato al ciclismo, una storia popolare, sulle strade della Nuova Aquitania.

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Raymond Poulidor, figlio della terra. Nato nella Creuse, cresciuto nell’Haute-Vienne, è cresciuto lontano dai privilegi, forgiato dal rigore dei campi e da un innato gusto per la sfida. Sono stati i suoi fratelli André e Henry a trasmettergli la passione per il ciclismo. Su una bicicletta presa in prestito dalla madre, si allena di nascosto, percorrendo i sentieri sassosi del suo paese, dove è nata la leggenda.

A 18 anni la vita cambia. Raymond Poulidor conquista la sua prima vittoria al Gran Premio Quasimodo, a Saint-Léonard de Noblat. Questo successo, lungi dall’essere banale, apre una nuova pagina nella sua vita, quella di un’ascesa fulminea che non si fermerà più. Il Limosino, terra del ciclismo per eccellenza, vede la nascita di una stella.

Ancora dilettante, Poulidor ricevette un invito a partecipare al Bol d’Or des Monédières, a Corrèze. Questa corsa, organizzata dal fisarmonicista Jean Ségurel, è già un evento ciclistico imperdibile. Su queste strade tortuose ed impegnative, il giovane Poulidor gareggiò contro i grandi nomi dell’epoca, tra cui Louison Bobet, futuro vincitore della manifestazione. Se la vittoria gli sfugge, il talento di Raymond non sfugge a nessuno.

Il servizio militare avrebbe potuto frenare il suo slancio, ma questo è un eufemismo per la determinazione del giovane Limosino. Tornato nel gruppo amatoriale, Poulidor sta facendo faville. Le sue prestazioni attirarono l’attenzione del grande Antonin Magne, due volte vincitore del Tour de France, che lo inserì nella squadra Mercier nel 1960. Una scelta giudiziosa che si rivelerà decisiva per il resto della sua carriera.

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Gara ciclistica Bol d’Or des Monédières nell’agosto 1964 a Chaumeil. Raymond Poulidor, in viola, accanto al suo eterno rivale Jacques Anquetil, in giallo. Tra i due ciclisti, il fisarmonicista Jean Ségurel, ideatore di questa corsa.

© Roland Manour

È sotto i colori emblematici della squadra Mercier, viola e oro, che Raymond Poulidor firma la sua prima grande impresa. Siamo nel 1961, sulle strade italiane della Milano-Sanremo. Al Poggio, questa salita temuta, Poulidor si è staccato, ha aperto un distacco di tre secondi sul gruppo e ha alzato le braccia da vincitore. Quel giorno nacque una leggenda.

Questo trionfo italiano è solo l’inizio. Raymond Poulidor si appresta a scrivere una storia fatta di 189 vittorie professionistiche, innumerevoli podi e un’innegabile popolarità, nonostante il soprannome“eterno secondo” che si attaccherà alla sua pelle. Eppure, per milioni di fan, resterà sempre al primo posto nel cuore.

Dalla sua morte nel novembre 2019, è suo nipote, Mathieu Van der Poel, a perpetuare questa eccezionale eredità, sfidando, a sua volta, le strade del Tour de France. La dinastia Poulidor continua e, con essa, lo spirito indomabile del “Poupou”.

Sfogliamo l’album delle memorie ciclistiche di tutte le epoche grazie ai filmati amatoriali, e in particolare alle sequenze con l’icona Poulidor nel nostro incontro NOA HISTORY “Il ciclismo, una storia popolare” in onda su NOA il 28/09 alle 20:40 e sulla piattaforma FRANCE.TV.

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