Il passaggio sotto la bandiera americana di Opella, la filiale dedicata alla salute dei consumatori dell’ammiraglia francese Sanofi, non è propriamente un atto di infedeltà: il colosso ha già più volte dimostrato la sua propensione per gli Stati Uniti, piuttosto che per la Francia che tanto viziava.
Uno shock nella continuità. Tra poche settimane, salvo forzature di Bercy, il prezioso Doliprane non sarà più francese e questa vendita di Opella, società madre dei tablet, da parte di Sanofi appare come l’ennesima dimostrazione del disinteresse del colosso medico per il “patriottismo economico”. – eppure tornato al centro del dibattito pubblico dopo la crisi del Covid-19. Fu anche durante questo periodo che il gruppo francese dimostrò la sua sottomissione agli interessi americani piuttosto che a quelli francesi. Uno sguardo agli episodi di disimpegno patriottico dall’orgoglio francese.
Da Romainville a Boston
Cosa pone i maggiori problemi di sovranità: vendere una parte strategica della vostra attività a un fondo di investimento americano o americanizzare gradualmente la vostra attività? Perché questo, nel caso di Sanofi, azienda nata dall’investimento di ELF Aquitaine nel 1973, è iniziato più di dieci anni fa. Già nel 2014, il giornale Il mondo si interessò a questo preoccupante fenomeno, intitolandolo così: “Sanofi, il più americano dei gruppi francesi”
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