Un accampamento improvvisato, allestito sulla riva destra di Bordeaux durante il secondo confinamento della pandemia di Covid-19, deve finalmente essere smantellato su richiesta del municipio.
Le Figaro Bordeaux
La scure è caduta: il tribunale amministrativo di Bordeaux ha confermato con una decisione, resa pubblica giovedì, la richiesta di sgombero dello squat di Quai Deschamps avanzata dal Palais Rohan. Nel 2020 autonomo, mentre la Francia viveva il suo secondo confinamento nel pieno della pandemia di Covid-19, una quindicina di senzatetto si sono installati in questo parco di Berges, situato sulla riva destra di Bordeaux, tra il ponte di pietra e il ponte Saint-Jean. Una situazione eccezionale e precaria che continua: in questo spazio verde vivono oggi una sessantina di senzatetto. Con grande sgomento dei residenti, preoccupati per la loro incolumità. Un sentimento arrivato al culmine lo scorso luglio, dopo l’omicidio a colpi di piccone e “in un contesto di contenuto di alcol nel sangueLo ha riferito la Procura di Bordeaux, di un senzatetto che si rifugia in questo accampamento improvvisato.
“Ci sono state diverse effrazioni nel nostro edificio, aggressioni ai passanti, atti vandalici nel parcheggio della nostra residenza… Non posso dire che provenisse dallo squat, ma ehi… Abbiamo paura lasciare la nostra casa Noi”affida Daniele* al Figaro. Questo residente del quartiere, “sollevato” di questa decisione, spera che questo sfratto permetta ai residenti locali di reinvestire nel quartiere. Insieme a una quindicina di loro, il bordolese ha proposto al bilancio partecipativo della città di installare uno spazio giochi per bambini e un percorso vita al posto dello squat.
Pericolo allagamenti per i senzatetto
Molto coinvolta con gli abitanti di questo occupante, contrari a questa evacuazione, anche l’associazione Maraude du coeur è indignata. “Non discuto che questo campo debba essere chiuso. Ma deploro che ci sia stato bisogno del tribunale amministrativo e della polizia mentre si tenevano riunioni per trovare soluzioni e non rimetterli in strada. “Ci sono vite in gioco.”spiega Estelle Morizot, che ne è la presidente. Quest’ultima ci comunica inoltre che il suo avvocato sta studiando la possibilità di un ricorso in cassazione contro il comune di Bordeaux, confermando le informazioni provenienti da Sud-ovest.
Questa espulsione – prevista entro 15 giorni – sarebbe infatti avvenuta, secondo lei, prima che il Centro municipale di azione sociale (CCAS) fosse in grado di rispondere e trovare soluzioni a tutti i senzatetto, che lo hanno consultato a giugno. Quello che aveva “il carico” di quello che lei chiama “un’area di accoglienza”ammette tuttavia di essere stata all’origine della sua richiesta di chiusura. “Quando abbiamo scelto questo posto quattro anni fa, c’erano solo le gru e questo accampamento non dava fastidio a nessuno perché non era ai piedi delle case. Non mettiamo in discussione il disagio o il senso di insicurezza dei residenti”, ammette.
Al di là delle lamentele dei residenti, l’evacuazione di questo squat dal Quai Deschamps è diventata imperativa secondo il comune di Bordeaux, sottolineando che questo “La richiesta di sfratto non è improvvisa”. La gestione del sito era infatti “è diventato difficile, in particolare a causa delle inondazioni legate alle alte maree dello scorso marzo e dell’aumento del numero degli occupanti che non corrispondeva più al sistema iniziale”. Il municipio di Bordeaux, anch’egli impegnato nella lotta per la protezione dei senzatetto, dichiara che si sta preparando “un progetto di accoglienza e sistemazione per le persone più lontane dagli attuali sistemi di pronto soccorso”.
*Il nome è stato cambiato.
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