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il ricordo indimenticabile di nonna Thérèse

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La rutena Valérie Rodriguez, metà della Fauthentic Compagnie con il suo compagno Patrice Depommier, è un’artista e illustratrice. Entrambi vengono a soggiornare in Aveyron ogni inverno per prepararsi al loro prossimo tour.

Un uomo che ti ha segnato

È difficile non citare qui Pierre Soulages. È abbastanza paradossale per l’appassionato di colori che sono, ma, al di là del lavoro, è l’artista che ammiro. Forza silenziosa, lavoratore instancabile, artigiano prima che artista, Pierre Soulages ha attraversato i secoli e le correnti con la tranquillità e la modestia che caratterizzano gli uomini dell’Aveyron. Lontano dallo snobismo che spesso circonda il campo dell’arte, Pierre Soulages non dà lezioni di interpretazione, ma esplora.

Una donna che ti ha lasciato il segno

Di mia nonna Thérèse ricordo la dolce discrezione, la risata disinvolta, la tranquilla autorità. La vedo camminare instancabile, salire rue de Montcalm più volte al giorno, per fare la spesa, per la messa, per andare in discoteca. La vedo ancora muoversi, nei giorni di riunione di famiglia, tra crostate di prugne mirabelle, marzapane e salumi. La vedo ridere delle nostre sciocchezze infantili, preparare la tisana della sera, annotare a matita su piccoli quaderni le spese della giornata. Di certo non avrebbe pensato che un giorno la gente avrebbe parlato di lei sui giornali, troppo umile per credere che la sua vita fosse degna di interesse per gli altri. Tuttavia, sono queste piccole cose che hanno accompagnato i suoi quattro figli quando suo marito è morto troppo giovane, e questi piccoli gesti che hanno plasmato mille ricordi d’infanzia quando ci siamo ritrovati a casa sua, tra cugini. Mia nonna conservava nei suoi cassetti centinaia di foto e lettere. Ho avuto la possibilità di condividere lunghe ore con lei selezionando le foto, incontrando antenati, parenti e altri amici e ascoltando le sue storie. È sicuramente lei che mi ha dato il gusto da tramandare e l’orgoglio delle mie radici nell’Aveyron.

Un ricordo forte

Il primo ricordo che mi viene in mente è la visita alla fabbrica Agalède, rue de la Penderie, che produceva reti da pesca che consegnavano in tutto il mondo. Mia nonna lavorava lì e alla fine lo è diventata. caposquadra. Ricordo ancora l’odore delle macchine, dello spago, dell’olio e l’orgoglio che provai allora nello scoprire che mia nonna fabbricava reti usate dall’altra parte del mondo! In un altro registro, ricordo un gigantesco picnic a Tindoul de la Vayssière pieno di risate e giochi, viaggi a Salles-la-Source, Conques, fine settimana a Espalion con la mia migliore amica Anne, dal Café du Coq de la Place quando era poi chiamato Café du Parc dove concludevamo le nostre serate di festa con cornetti e caffè mattutino prima di tornare a letto all’alba…

Un’abitudine o un rituale

I pasti in famiglia sono un’istituzione a casa nostra e, dopo diverse ore trascorse a tavola, siamo soliti fare una passeggiata digestiva sugli altipiani tra cardabelle e ginepri. Poi, prima di tornare al tavolo, andate a “visitare” la cattedrale, attraversatela da parte a parte e fatele il giro. Non conto il numero delle visite fatte, e continuo regolarmente ad andare a salutare la vecchia signora.

La piccola cosa dell’Aveyron che ti manca

L’Aveyron sembra immerso in una luce dorata che addolcisce i paesaggi e le mucche dagli occhi di velluto che vi pascolano tranquille. La campagna è rotonda e rigogliosa, i borghi hanno conservato la bellezza rustica di un tempo. Qui tutto sembra preservato, come se il tempo avesse rallentato. È questa tranquillità pacifica e stimolante che mi piace trovare in ciascuna delle mie visite e che mi manca quando parto per troppo tempo.

Un posto

Bas-Ségala ci accoglie da due anni, durante i mesi invernali che ci permettono di creare e prepararci per il prossimo tour. Tra la pittura e la scrittura ci prendiamo il tempo per scoprire i tesori dell’Aveyron e più in particolare dei villaggi circostanti. Mi sono davvero innamorato di Najac, che ha saputo preservare la bellezza delle pietre offrendo allo stesso tempo una vera vita sociale e culturale agli abitanti del villaggio e ai visitatori. Ho camminato per le sue strade in tutte e quattro le stagioni, ogni volta colpito dalla bellezza del luogo e sorpreso dalle nuove scoperte.

Un buon tavolo

Per me, il miglior ristorante dell’Aveyron è il tavolo della famiglia! I piatti sono generosi e gustosi, i salumi si accostano felicemente a piatti con salse, frittelle e altre crostate di frutta. Risate, discussioni e perfino canti hanno sempre allietato i nostri pasti in famiglia, prelibatezze prelibate per le riunioni.

Un piatto

Ah! Le polpette di prugne di mia nonna Thérèse, l’uvetta macerata nel tè e mescolata con la purea di prugne, la pasta al marrone d’uovo fatta in casa, ne ho quasi riscoperto il sapore a Najac, da Fabienne, della panetteria Delmur che propone anche le polpette e anche e soprattutto un’incomparabile crostata alle prugne, deliziosa e generosa come questa panetteria-pasticceria dove vado in pellegrinaggio appena possibile!

Una bevanda

Non bevo alcolici. Però l’anno scorso ho scoperto la ratafia di mele cotogne e mi è piaciuta molto, come aperitivo accompagnata da qualche fetta di salsiccia secca, è nettare.

Una qualità

Ottimismo e gioia di vivere, affronto ogni momento della mia vita nel modo più positivo e credo profondamente nella mia buona stella!

Un difetto

Sembra che questa sia una caratteristica comune a molti dei miei collaboratori dell’Aveyron, ma ammetto una propensione illimitata all’ostinazione e alla testardaggine…

Un motto

“Siamo uccelli di passo, domani saremo lontani”. Questo proverbio zingaro illustra perfettamente l’importanza di vivere ogni momento pienamente e intensamente.

Un sogno

Solo uno? Quindi direi di continuare a realizzare quanti più sogni possibili, creare, viaggiare, scoprire, incontrare persone il più a lungo possibile, poi sognare nuovi sogni…

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