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“Ho perso mio fratello”, dice emozionato il cantautore Pierre Létourneau

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Il cantautore Pierre Létourneau afferma di aver perso “suo fratello di suono e di sangue” venerdì, con la morte del paroliere Stéphane Venne.

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“Ho sentito il colpo arrivare per tre settimane, un mese, da parte di sua moglie Marie. Ma è difficile quando succede, è come se un autobus ti colpisse in faccia», spiega l’artista 86enne.

Complici da una vita, amici fin dall’infanzia, i due uomini iniziarono a scrivere canzoni insieme quando erano alle scuole medie. Sono rimasti amici e hanno vissuto molti momenti speciali nel corso degli anni.

“Era il mio maestro del pensiero, del canto. Ci parlavamo continuamente, era importante. Ci siamo anche scambiati lunghe e-mail. Avremo fatto tutto insieme”, sussurra con la gola stretta.

Descrive il suo complice Stéphane Venne come un poeta, un vagabondo e un piccolo Rimbaud.

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Pierre-Paul Poulin/Le Journal de Montréal

Cantare tra le lacrime estratti da Il tempo è buono, un giorno, un giorno, e non è finita et Il domani appartiene a noi, Pierre Létourneau sottolinea la portata delle canzoni di Stéphane Venne.

Arriva addirittura a modificare il testo della famosa canzone di Plouffe, C’erano una volta le persone felici (“A tavola c’erano sedie vuote, venivano le rughe agli occhi, non restava nulla di vero”) per “A tavola, stasera, c’è una sedia vuota, in tutte le cucine e in tutte le case del Quebec”, in onore della sua autore-compositore, Stéphane Venne.

Infine, Pierre Létourneau sussurra nella sua canzone le parole del suo complice scomparso Troverai la pace: “Troverai la pace nel tuo cuore, e non altrove, e non altrove, l’unica vera tranquillità, il grande riposo, la quiete.”

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