Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha nominato Sylvester Stallone, Mel Gibson e Jon Voight “ambasciatori” di un’industria in declino. Tre stelle bianche, conservatrici e controverse. “Rendere Hollywood di nuovo grande”?
Coppia Chloé Delos-Eray
Pubblicato il 17 gennaio 2025 alle 15:47
HHollywood sta bruciando e Donald Trump potrebbe aver appena aggiunto benzina sul fuoco (di nuovo!). Il presidente eletto, la cui cerimonia di insediamento avrà luogo lunedì 20 gennaio, ne ha appena designati tre “ambasciatori speciali” dell’industria cinematografica, una nuova aggiunta alla lunga lista di nomination più o meno sorprendenti che il miliardario ha fatto dalla sua elezione nel novembre 2024. E i nominati sono: Mel Gibson, Jon Voight e Sylvester Stallone.
“Queste tre persone di grande talento saranno i miei occhi e le mie orecchie e farò tutto ciò che suggeriranno. Lo sarà di nuovo […] l’età d’oro di Hollywood! » scrive Donald Trump sul suo social network Truth. Per lui l’obiettivo è semplice: “Riportare l’industria di Hollywood, che ha visto gran parte del suo business esportato all’estero negli ultimi quattro anni, tornare sul suolo americano – più grande, migliore e più forte che mai”. »
“Rivilizzare” Hollywood, un’idea di Reagan
Per rispolverare la fabbrica dei sogni, Trump non si rivolge a qualcuno qualunque, Gibson, Voight e Stallone – che hanno rispettivamente 69, 86 e 78 anni – tra i suoi più ferventi sostenitori nella comunità. Personaggi bianchi, conservatori e talvolta molto controversi (le osservazioni antisemite di Mel Gibson gli restano impresse, proprio come le accuse di violenza sessuale di Stallone), i tre attori incarnano anche una forma di mascolinità obsoleta, che sta diventando rara in un’industria sempre più inclusiva.
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Rivitalizzare Hollywood insultandola? Donald Trump non tira fuori questa idea dal cappello. Lo deve piuttosto a uno dei suoi predecessori nello Studio Ovale, Ronald Reagan, che, negli anni ’70, teorizzò l’incarnazione del sogno americano sullo schermo sotto le spoglie di un duro, self-made man. cuoco e discendente di John Wayne, che raggiunge i suoi obiettivi attraverso il duro lavoro. Un edificio al quale i nuovi araldi di Donald Trump hanno aggiunto le proprie pietre come Roccioso (per Stallone, 1976), Cuore impavido (per Gibson, 1995), o anche Il Campione (Il campionenella versione originale, per Voight, 1979).
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