L’aggiunta di una R nel nome di Fanfreluche, il personaggio emblematico interpretato da Kim Yaroshevskaya sul piccolo schermo, ha suscitato la reazione di diversi quebecchesi sui social network.
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Questo fenomeno linguistico evidenzia una particolarità della lingua del Quebec, rivela la linguista Marie-Danielle Roy.
L’aggiunta di una lettera come R in alcune parole della lingua non è un caso isolato in Quebec, secondo l’ex insegnante di comunicazione orale nelle arti e tecnologie dei media.
“Sì, abbiamo difficoltà con gli R. Cosa intendi? Non lo sappiamo. Li aggiungiamo, li spostiamo. Lo facciamo continuamente”, ha spiegato mercoledì alla editorialista culturale Isabelle Perron.
“Abbiamo circa un centinaio di muscoli che ci aiutano a parlare. […] A volte scegliamo la strada più semplice”, precisa il linguista.
Questa facilità è particolarmente evidente nella pronuncia del personaggio mitico di Fanfreluche, che secondo lei illustra bene il fenomeno.
Altri esempi sono diffusi nel discorso del Quebec. “Anche Cro-Crodile, c’è chi lo fa”, sottolinea. A volte diciamo Are-oport anziché aeroporto o addirittura infractus anziché infartus”.
Un patrimonio complesso
Questa particolarità della lingua del Quebec si spiega in parte con le sue origini diverse, secondo il linguista. “C’è il latino popolare, il latino volgare. Esistono diversi tipi di latino, il che significa, wow, con quello abbiamo creato una lingua. A volte bisogna impararle, le eccezioni. Non è sempre logico”, spiega la signora Roy.
Questo fenomeno di aggiunta di lettere non si limita alla R. “A volte diciamo “stipendio”. Quindi la L non dovrebbe esserci, ma è più facile da pronunciare. C’è una pausa”, indica il linguista.
Lo specialista sottolinea anche l’importanza del contesto di apprendimento. “C’è anche l’ambiente che è importante: quello che sentivamo da piccoli, il livello della lingua parlata, sia al lavoro che con gli amici”, dice.
*Questo testo, generato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, è stato rivisto e convalidato dal nostro team sulla base di un’intervista realizzata presso QUB.
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