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Come il Marocco intende affrontare l’epidemia di morbillo

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Dall’ottobre 2023, il Marocco è alle prese con una recrudescenza del morbillo. Le cifre parlano chiaro: 19.515 casi accertati, pari a un tasso di 52,2 casi ogni 100.000 abitanti, 107 decessi segnalati, ovvero un tasso di mortalità dello 0,55%, secondo il Ministero della Salute. Particolarmente allarmante è il fatto che più della metà di questi decessi riguardano bambini di età inferiore ai 12 anni.

Questa ripresa può essere spiegata, secondo Tayeb Hamdi, medico, da due fattori: “Un calo delle coperture vaccinali tra i bambini e una riduzione del livello di sorveglianza epidemiologica“. Questo medico avverte che nessuna regione del Marocco raggiunge attualmente la soglia cruciale del 95% di copertura vaccinale, necessaria per fermare la diffusione del morbillo.

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Regioni come Béni Mellal-Khénifra, Souss Massa e Tangeri-Tétouan-Al Hoceima mostrano tassi particolarmente preoccupanti. Per questo medico esiste un “lassismo» sia a livello di vaccinazione che di sorveglianza, che espone gravemente la popolazione, poiché ogni bambino non vaccinato o scarsamente vaccinato rappresenta un alto rischio di infezione e contribuisce alla persistenza dell’epidemia.

Secondo lui, la mancanza di fiducia nei vaccini, alimentata dall’esitazione nei confronti dei vaccini e dalla disinformazione, ha ridotto significativamente il tasso di vaccinazione. “La pandemia di Covid-19 ha inoltre svolto un ruolo importante nell’interruzione dei regolari programmi di immunizzazione, lasciando milioni di bambini vulnerabili al morbillo. Questa interruzione dei servizi sanitari essenziali non solo ha ritardato le vaccinazioni, ma ha anche indebolito i sistemi di sorveglianza epidemiologica, rendendo più difficile la diagnosi precoce e il controllo delle epidemie di morbillo.“, spiega.

Diffusione rapida

Un’analisi che trova eco nel manuale di sorveglianza e risposta a questa epidemia, recentemente aggiornato, che evidenzia l’eccezionale contagiosità del morbillo. Infatti, il fattore di riproduzione (R0) varia tra 18 e 20, il che significa che una persona malata può contaminare fino a 20 persone nella sua cerchia ristretta.

Secondo questo documento, la trasmissione avviene principalmente per via aerea, tramite goccioline disperse nell’aria emesse quando si tossisce o starnutisce, o per contatto diretto con le secrezioni nasali o faringee delle persone infette. Il virus rimane attivo e trasmissibile nell’aria o su superfici infette fino a due ore, facilitandone la rapida diffusione all’interno delle comunità.

Il morbillo si manifesta con una serie di sintomi gravi. Dopo un periodo di incubazione da 7 a 14 giorni, i primi segni includono febbre alta, naso che cola, occhi arrossati e lacrimosi, tosse persistente, depressione e irritabilità. La comparsa delle macchie di Koplik, piccole macchie bianche all’interno delle guance, può essere osservata entro due o tre giorni dalla comparsa dei sintomi. L’eruzione cutanea rossa, caratteristica della malattia, inizia solitamente tra il 3° e il 7° giorno dopo la comparsa dei primi sintomi. Questa eruzione cutanea, che ha un aspetto maculopapulare, si diffonde dal viso al resto del corpo e dura generalmente dai 5 ai 6 giorni prima di scomparire.

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Il periodo di contagio inizia quattro giorni prima della comparsa dell’eruzione cutanea e termina quattro giorni dopo, rendendo il controllo dell’epidemia particolarmente complesso. A causa dell’elevata infettività del virus, chiunque non sia vaccinato o il cui stato vaccinale non sia noto corre il rischio di contrarre e diffondere la malattia, soprattutto in ambienti ad alta densità di popolazione e cattive condizioni igieniche. conoscere il documento.

Cosa consiglia il Ministero della Salute

Per far fronte alla recente epidemia è stato sviluppato un piano di risposta. Gli obiettivi principali sono ridurre la morbilità e la mortalità, arrestare la progressione dell’epidemia e aumentare la copertura vaccinale oltre il 95%. Per questo motivo il presente manuale prevede uno stretto coordinamento tra i centri operativi regionali per l’emergenza sanitaria pubblica (CROUSP) e le squadre provinciali di intervento rapido, attivate e in allerta. Vengono inoltre predisposti incontri settimanali di monitoraggio della situazione epidemiologica e di coordinamento per garantire una risposta rapida ed efficace.

Le misure includono l’individuazione precoce dei casi, l’indagine epidemiologica per identificare le fonti di infezione e i contatti e il controllo dei decessi per confermare la loro attribuibilità al morbillo. Si sottolinea inoltre l’importanza di identificare le aree a bassa copertura vaccinale, che presentano un alto rischio di epidemia, al fine di concentrare maggiormente gli sforzi di risposta vaccinale in queste regioni, raccomanda il Ministero della Salute.

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La strategia di risposta vaccinale è quindi strutturata attorno a due approcci principali a seconda delle aree interessate. Nelle regioni non colpite da epidemia si preferisce la vaccinazione selettiva. Questo approccio si rivolge principalmente ai bambini sotto i cinque anni, agli studenti e a coloro che non frequentano la scuola. Si basa sulla verifica sistematica dello stato vaccinale e sul recupero delle dosi mancanti, per garantire che questi gruppi vulnerabili ricevano le due dosi richieste di vaccino RR (morbillo-rosolia) per una protezione ottimale.

Nelle aree epidemiche viene attuata una campagna di vaccinazione di massa non selettiva. Questa iniziativa coinvolge tutti i residenti e il personale delle comunità chiuse, tenendo conto delle controindicazioni specifiche al vaccino MR. Queste campagne mirano a raggiungere rapidamente un’elevata copertura vaccinale per limitare la diffusione del virus. Le controindicazioni riguardano soprattutto le donne in gravidanza, le persone immunocompromesse e coloro che hanno avuto una reazione al vaccino RR dopo una prima dose. Vengono inoltre messe in atto misure preventive per evitare infezioni nosocomiali e garantire la sicurezza delle popolazioni target.

Quali gruppi sono più a rischio

Alcuni gruppi sono particolarmente vulnerabili alle forme gravi di morbillo e alle complicazioni associate. I bambini sotto i 5 anni, gli adulti sopra i 30 anni, le donne incinte, i bambini malnutriti e le persone immunocompromesse (HIV, chemioterapia, cancro, ecc.) sono esposti a un rischio maggiore di complicazioni gravi, come polmonite, cecità ed encefalite. Il morbillo indebolisce anche il sistema immunitario, rendendo chi ne soffre particolarmente vulnerabile alle infezioni secondarie e alle gravi complicazioni. Questa maggiore vulnerabilità evidenzia l’urgenza di rafforzare gli sforzi di vaccinazione e protezione per le popolazioni a rischio per ridurre la morbilità e la mortalità legate alla malattia.

Il morbillo può causare una serie di complicazioni, dalle infezioni alle orecchie e diarrea a condizioni più gravi come polmonite, cecità, encefalite e panencefalite sclerosante subacuta, una malattia rara ma mortale che colpisce più volte il sistema nervoso centrale. anni dopo la prima infezione. Queste complicazioni possono portare a conseguenze permanenti e aumentare significativamente il tasso di mortalità, in particolare nelle popolazioni vulnerabili. La gestione delle complicanze richiede risorse mediche significative e un monitoraggio continuo, ponendo un’ulteriore sfida ai sistemi sanitari già messi a dura prova.

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Non esiste un trattamento specifico per il morbillo; la cura si concentra sull’alleviare i sintomi, prevenire le complicanze e mantenere il paziente a proprio agio. Le misure includono un’alimentazione adeguata e un’idratazione sufficiente, l’uso di antibiotici per trattare infezioni secondarie come la polmonite e l’integrazione di vitamina A per ridurre il rischio di cecità e diminuire il numero di morti.

Fondamentale è anche l’isolamento domiciliare dei pazienti non gravi, con precauzioni per evitare la trasmissione del virus. Per i pazienti che necessitano di ricovero ospedaliero, viene attuato uno stretto isolamento dalla comparsa dei sintomi prodromici fino a cinque giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea, con maggiori precauzioni respiratorie per il personale sanitario.

Di fronte all’emergenza, le autorità sanitarie invitano alla vigilanza e insistono sulla necessità di un sostegno massiccio alle campagne di vaccinazione. L’obiettivo è triplice: raggiungere e superare la soglia critica del 95% di copertura vaccinale per proteggere la popolazione, rallentare la circolazione del virus ed evitare nuovi decessi.

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