DayFR Italian

“La scrittura di Jean-Luc Lagarce è un parco di divertimenti per la mia nostalgia”

-

L’attore interpreta Louis in “Solo la fine del mondo” e adatta il diario del drammaturgo morto trent’anni fa nello sfolgorante solitario in scena “Non mi è mai successo niente”, entrambi all’Atelier. Ce lo racconta.

Foto Jean-François Robert per Télérama

Di Fabienne Pascaud

Pubblicato l’11 gennaio 2025 alle 12:00

Leggi nell’app

Sono lagarciano

“Avevo 8 anni nel 1995, quando il più classico dei nostri drammaturghi contemporanei, Jean-Luc Lagarce, morì all’età di 38 anni. Più tardi, un professore della scuola Saint-Étienne Comédie decretò che ero “lagarciano”. L’ho letto. E ho amato la sua scrittura, le sue ripetizioni, le sue deviazioni. Lagarce non cancella i suoi errori. Lascia che i suoi personaggi si correggano, come facciamo nella vita; la sua lingua migliora man mano che la parlano. Nutrito dalla scomparsa, dal tempo, dalla famiglia, mi parla: un vero e proprio parco divertimenti per la mia nostalgia.

Accetto quindi immediatamente la proposta di Johanny Bert di interpretare questo Louis che ritorna dopo dodici anni di assenza per annunciare alla sua famiglia che morirà di AIDS, come Lagarce. E non dice niente. Avevo dimenticato che parlasse così poco… Ma Lagarce ha scritto nel suo diario tutto quello che il suo sosia avrebbe dovuto dire Proprio la fine del mondo. Sognavo di adattarlo in un pezzo unico. Lo giocherò alternativamente. »

Immerso nell’intimo

“Amo girovagare tra i diari di autori e artisti a me cari, Guibert, Barthes, Birkin. Lì si rivelano e mentono, illuminando le loro opere. Orafo dell’ironia, Lagarce è grossolanamente malizioso. Per tenere a bada l’infelicità, la solitudine, l’assenza d’amore. Descrive le crudeltà della provincia e la spensierata Parigi degli anni ’80: vita culturale abbagliante, sessualità festosa, che la mia generazione non conosceva.

In due settimane ho ridotto 1.000 pagine in tre temi: malattia, sesso, solitudine. A 17 anni ho anche aperto un diario. Ho interrotto la mia litania di drammi e pessima vita personale al mio primo successo. Sto cercando di rientrarci. »

Piaciuto alla truppa

“Dopo duecentosessantadue rappresentazioni diUna serata di gala, da solo sul palco, trovare partner è bello. Lo adoro relazione esclusivo con il pubblico, ma il ritmo che impone, come l’implacabile meccanismo di un orologioUn cappello di paglia dall’Italia, da Labiche, nel 2023, mi ha contattato. Ho dovuto allentare i bulloni.

Adoro essere diretto, sentirmi dire se capiscono cosa dico. Interpretare una persona silenziosa come Louis, interiorizzare le sue cose non dette, ascoltare, guardare in un modo che ti spinge a rispondere, è quasi un’opera cinematografica; e solidarietà con il partner. Bisogna ascoltare tutto senza imbrogliare, muoversi per il gusto di muoversi. Fortunatamente, la commedia è incorniciata dai monologhi di Louis. Il silenzio ti fa impazzire. »

2021Una serata di gala, secondo brillante solista sul palco.
2018 Magnifico Arlecchino in Il gioco dell’amore e del caso, di Marivaux, cavalcato da Catherine Hiegel.
2015 Se succede qualcosa…, primo successo, primo assolo sul palco, scritto con Juliette Chaigneau e Mélanie Le Moine.

Proprio la fine del mondo, di Jean-Luc Lagarce, regia di Johanny Bert, al Théâtre de l’Atelier, Parigi 18. Poi dal 25 al 27 marzo a Cébazat, il 29 marzo a Blois, dal 1 marzoÈ al 5 aprile a Lione 4e8 e 9 aprile a Pau, 11 aprile a Périgueux.

Non mi è mai successo niente solo in scena, tratto dal diario di Jean-Luc Lagarce (a cura di Les Solitaires intempestifs), adattamento di Vincent Dedienne, regia di J. Bert. Dal 23 gennaio al Théâtre de l’Atelier. Poi dal 25 al 27 marzo a Cébazat, il 29 marzo a Blois…

Related News :