Il 13e La stagione del Miglior Pasticcere si è conclusa questo giovedì 9 gennaio su M6 con la trasmissione del gran finale. Morbihannais José era uno dei tre candidati in lizza.
Nonostante la sconfitta – lo spettacolo è stato vinto dal giovane Timothée – José è tornato alla sua avventura al microfono di Alouette.
Quali sono le tue sensazioni il giorno dopo questa finale?
Penso di avere più una sensazione di sollievo. Perché tutto è successo durante 14 settimane di trasmissione. Tutti mi riconoscono per strada !
Tanti selfie, tanti autografi, tanti commenti, discussioni… la mia vita è cambiata per 14 settimane ma, sì, è per questo che penso di essere sollevato che sia finita (ride).
La competizione è stata dura in questa finale?
No, la competizione non era dura. Ma entrambi meritavano il loro posto. Naturalmente sono molto contento per Timothée, anche se la mia preferenza era un po’ più per Tsiory. Timothée ha vinto, gli fai un gran bene, è molto bello, è un ragazzo giovane 16 anni chi ha merito. Perché quando avevo 16 anni non sognavo nemmeno i pasticcini.
La competizione non è stata dura. Lei era lì, ho dovuto affrontarlo, l’ho fatto. Vince il migliore, è il giocoè così.
Cosa ha significato per te questa competizione?
La competizione ha rappresentato per me una sfida. Anche per me è un modo per farlo superare me stesso ancora un’altra area che non avevo veramente sperimentato. Ecco qua, lo so, so come cucinare. E’ abbastanza buono (ride).
Ma non sono andato lì per aprire una pasticceria o per diventare un creatore di contenuti per i social network. No, assolutamente no. Sono andato lì divertirsi e sfidare me stesso.
Come riassumeresti il tuo viaggio?
Un po’ di viaggio disseminato di insidie. Perché, ovviamente, più volte avrei voluto arrendermivolevo arrendermi. Ma non è proprio nel mio carattere arrendersi. Quindi ho tenuto duro, mi sono ripreso e ho salito poco a poco la scala per arrivare dove sono. Sono molto orgoglioso di me stesso.
Anche qualche piccolo problema di salute?
Sì, sfortunatamente. Poiché la mia storia medica me lo richiede [José a eu 4 cancers, Ndlr], A volte ho delle preoccupazioni che emergono in superficie. Come il dolore addominale, piccoli disagi. Sfortunatamente, è successo durante lo spettacolo. Non mi aspettavo che si arrivasse a questo, ma è successo e l’ho affrontato. Ho fatto quello che potevo. Dopo un po’ di tempo di recupero sono riuscito a ripartire e l’avventura è continuata.
Nonostante queste difficoltà e tutte queste torte realizzate durante la competizione, hai ancora voglia di cucinare?
Sì, certo che ho ancora voglia di cucinare! Ovviamente non cucino tutti i giorni perché faccio molte altre cose. Ma proprio ieri ho preparato una galette des rois.
Qualche giorno fa stavo facendo una masterclass con gli amici di Ploermel per fare di nuovo le torte del re. Quindi avevo davanti a me dodici persone che stavano cuocendo e io cucinavo con loro. Ovviamente continuo a cuocere e continuerò a cuocere tutto il tempo migliorare le mie tecnichemigliorando le mie torte, migliorando i miei gusti e soprattutto rendendo felici le persone intorno a me.
Cosa ricorderai alla fine di tutta questa avventura?
Me lo ricordo Mi sono fatto un sacco di amici. Ho passato dei momenti molto belli. Mi sono divertito moltoche era il mio obiettivo principale. Ne ho ottimi ricordi. Compresi i miei scambi con Cyril Lignac e Mercotte, i miei scambi con Laëtitia Milot ovviamente e con lo staff ombra che non vediamo sullo schermo ma che è anche lì per noi e questo è molto BUONO.
Intervista condotta e trascritta da Mikaël le Gac
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