La cantante maliana Rokia Traoré è apparsa lo scorso 8 gennaio per la seconda volta davanti alla giustizia belga. Nel caso tra lei e il padre belga di sua figlia nata nel 2015, lei è stata condannata due anni fa per “mancata presentazione di un figlio”, da qui il suo arresto a giugno in Italia su richiesta del Belgio. Una prima udienza tenutasi il 23 dicembre ha visto il caso rinviato, e questo mercoledì l’udienza è stata nuovamente rinviata.
In una piccola stanza gremita del tribunale di Bruxelles, Rokia Traoré è arrivata di nuovo ammanettata questo mercoledì 8 gennaio e sembrava stanca, sottolineano i membri del suo comitato di sostegno che sono accorsi in gran numero, riferisce il nostro corrispondente a Bruxelles, Pierre Benazet. Rokia Traoré ha fatto loro un cenno, ma non ha avuto nemmeno la possibilità di parlare davanti al giudice, perché l’udienza è stata molto breve, meno di mezz’ora.
Il merito del caso non è stato nemmeno menzionato, ma è il momento di un relativo ottimismo, perché gli avvocati di Rokia Traoré e Jan Goossens, il padre di sua figlia, hanno rivelato che tra loro sono in corso trattative da Natale. Emerge quindi la prospettiva di una soluzione amichevole, ma gli avvocati si dicono cauti vista la “storia” della lite tra i due.
L’udienza è stata quindi rinviata nuovamente di due settimane, al 22 gennaio, il giudice spera in un progresso per allora, ma intanto Rokia Traoré tornerà in carcere per almeno quindici giorni.
Rinviata la precedente udienza
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