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“Non così discreto”: Mazarine Pingeot ha ricominciato dopo tanti segreti

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Fino all'età di 19 anni, l'esistenza di Mazarine Pingeot era un segreto ben custodito. È in uno di Partita di Parigi è nel 1994 che i francesi lo conosceranno. Mazarine Pingeot lo è frutto di una relazione adultera tra l'ex presidente della Repubblica e Anne Pingeot, storico dell'arte. Per molti anni, François Mitterrand ha quindi nascosto questa paternità che è stata però più volte sul punto di essere rivelata, rivelazione che ha finito per convalidare con il settimanale per porre fine ad anni di segretezza.

Da allora, Mazarine Pingeot ha raccontato la sua storia. Recentemente ha parlato con la giornalista Maïtena Biraben della testata Mesdames. L'opportunità per lei di promuovere il suo libro 11 quai Branlypubblicato da Flammarion lo scorso ottobre. In quest’opera racconta la sua vita quotidiana”dai nove ai 16 anni, in un appartamento vuoto per il personale, consapevole che nessuno dovrebbe intuire la sua presenza” come racconta la casa editrice.

Per quasi tutta la sua vita e fino ad oggi, Mazarine Pingeot non si è chiamata Mitterrand anche se tutti hanno finito per sapere che era la figlia del famoso Presidente della Repubblica, con il quale aveva un rito. Lo ha spiegato.

Mitterrand, un nome sempre difficile da sopportare per Mazarine

Il suo libro 11, quai Branlylo firma Mazarine M. Pingeot. Un modo discreto per imprimere la propria identità nella mente di chi lo leggeva ma che non era molto scontato. Lei stessa non sa davvero come spiegare questa complicazione: “Non ho davvero una risposta a questa domanda, mantengo Pingeot perché è il nome con cui sono cresciuto, ed è stato il mio pseudonimo fin dall'inizio. Non voglio cambiare la situazione.

Invece di integrare Mitterrand nel suo nome in modo così brusco, Mazarine ha agito con delicatezza: “Sono intervenuto in maniera molto discreta questa M non così discreta, che allude a questa paternità, e allo stesso tempo a metà della mia storia di cui doveva restare senza. E visto che è un nome che dovevo nascondere, mi fa comunque strano scriverlo. C'è sempre un momento di ansia per me.

È a Partita di Parigi proprio di aver scelto di confidarsi lo scorso ottobre proprio riguardo a questo aspetto della sua vita, rivelando di sfuggita il suo più grande rammarico nei confronti del padre: “Mio padre è morto e avrei voluto che conoscesse i miei figli. Se avesse vissuto come Edgar Morin, almeno fino a 103 anni, li avrebbe conosciuti. Non immaginiamo che i nostri genitori moriranno, data la loro età.“È tornata anche sulla brutalità della rivelazione della sua esistenza:”Avevo passato tutta la vita a essere invisibile e all'improvviso sono stato esposto per tutta Parigi, la gente mi additava, non ero più un essere umano ma un oggetto di curiosità. Sono passato da uno status all'altro senza transizione, radicalmente opposto. Mi sentivo come se fossi stato intrappolato e ingannato, come se stessi tradendo il mio patto di invisibilità. È stato molto complicato.“Uno status che ha imparato a domare nel tempo.

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