Per Guillaume Nicloux, che vedeva solo se stessa in costume, riporta in vita la vita Sarah Bernhardt, la Divinaun ruolo pittoresco che permette all’attrice di liberare tutta la sua fantasia e la sua potenza recitativa, abbastanza per vincere il prossimo César?
Cos’è l’incontro tra un attore e un ruolo? Cosa ci fa improvvisamente immaginare nessun altro in costume oltre a lui? La magia nasce innanzitutto dalla visione di un regista. Cinque anni fa, quando Guillaume Nicloux leggeva Sarah Bernhardt, la Divina, una sceneggiatura originale di Nathalie Leuthreau, vedeva una sola attrice per interpretare l’eroina: Sandrine Kiberlain. Avendo saputo mostrare, in trentotto anni di carriera, volti diversi come Masson, Brizé, Dupontel o Herry, la cineasta sapeva in anticipo che avrebbe saputo mettere in risalto le molteplici sfaccettature della magniloquente figura del teatro francese. « Per me il suo nome evocava una personalità un po’ polverosa ma grandiosa, una tragica dal vibrato infinito, nota l’attrice. Lo so perché da bambina, quando facevo troppo, la gente mi diceva: “Smettila di comportarti come Sarah Bernhardt !” »
Nel 2019, la versione della sceneggiatura che ha ricevuto era lunga 200 pagine e non si concentrava ancora sui due episodi significativi della ricca esistenza dell’artista: la sua consacrazione, nel 1896, e l’amputazione della gamba, nel 1915. , ma Sandrine Kiberlain si è già vista lì. « Sentendosi capace di interpretare un ruolo di così ampio respiro, Guillaume mi ha dato fiducia. Se ci avesse creduto, avrei potuto crederci anch’io, e c’era la possibilità che ci credesse anche il pubblico. »
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Nei cinque anni successivi, l’attrice ha realizzato una decina di film, mettendo in mostra la sua figura snella e il suo solido talento in commedie diverse come My Baby, di Lisa Azuelos, Cronaca di una vicenda fugacedi Emmanuel Mouret, o quelli di cui Bruno Podalydès e Julie Delpy hanno il segreto, ma anche in drammi sociali come quelli di Brizé (Un altro mondo) o muscoloso come November, di Jimenez. Un lungo periodo di incubazione per un personaggio che aspettava solo di emergere. « Catturando il mio personaggio attraverso il testo, attraverso i suoi scatti, le sue posizioni, il suo modo di dire tutto ciò che aveva nel cuore, ho costruito poco a poco un ritmo, un approccio, una voce, una risata. » Quello che presterà alla diva resterà impresso nei ricordi.
Tutto audace
Perché lo è fermo 9 mesiil film di Dupontel per il quale ha vinto il César come migliore attrice nel 2014, aveva aperto le porte all’esuberanza, Sandrine Kiberlain ha potuto concedersi tutta l’audacia con questo ruolo. Grazie alla fiducia del suo regista, ma anche a quella di Laurent Lafitte con cui ha formato il duo Lei lo ama e chi qui interpreta Sacha Guitry, il grande amore di Sarah Bernhardt. Diventando regista, con grande successo Una ragazza che sta bene (2021), considera anche la sua professione di attrice in modo più giocoso: « scoprendo il montaggio ho capito che potevamo provare tante cose senza necessariamente essere bravi fin dal primo ciak ».
Una libertà che ha acquisito anche fuori dal set, prendendosi del tempo per sé, rilassando la schiena nel pilates, le mani nella ceramica (una passione ereditata da Sarah Bernhardt che le ha permesso di mettere sotto l’albero frutti modellati in terracotta). e la sua lingua in lezioni di inglese che la aiuteranno, quando incontrerà nuovamente Meryl Streep o Jane Campion, ad esprimere dettagliatamente la sua ammirazione. Tante doti che gli permetteranno anche di affrontare con fiducia i suoi progetti futuri. Tra questi, una commedia sentimentale con Pierre Lottin, il prossimo film di Emmanuel Courcol, e le riprese diIllustre sconosciutodi Marc Fitoussi, dove, accanto a Isabelle Huppert che interpreterà una comparsa, interpreterà un’attrice… il vero ruolo della sua vita.
ND