Si salva temporaneamente il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, ma non il suo ex ministro della Difesa: Kim Yong-hyun è stato arrestato domenica mattina (ora locale), secondo i media locali, per il suo ruolo nella proclamazione della legge marziale di breve durata che ha fatto precipitare il suo paese nel caos.
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L’ex ministro è stato “arrestato e detenuto” dalla squadra di investigatori appositamente incaricati di far luce sul colpo di stato di Yoon nella notte tra martedì e mercoledì, riferisce l’agenzia nazionale Yonhap.
Kim Yong-hyun è stato “identificato come uno dei principali artefici” della legge marziale, aggiunge Yonhap, precisando che il suo cellulare è stato “confiscato”.
AFP
Secondo l’agenzia, il signor Kim si è presentato alle autorità all’1:30 ora locale (16:30 di sabato GMT) e il suo arresto è stato deciso dopo sei ore di interrogatorio.
Si era già dimesso dopo il breve stato d’eccezione dichiarato martedì scorso, a sorpresa di tutti, dal presidente Yoon Suk Yeol, che sei ore dopo ha dovuto abrogare la legge marziale sotto la pressione del Parlamento e della piazza.
All’ex ministro è stato anche vietato di lasciare il Paese. La polizia ha anche annunciato l’apertura di un’indagine contro Yoon Suk Yeol per “ribellione”.
Il pubblico ministero non si è dimostrato immediatamente disponibile a reagire all’arresto riportato anche da altri media sudcoreani.
Intorno alle 21:30 ora locale di sabato (12:30 GMT), il presidente Yoon è sopravvissuto a una mozione di impeachment presentata contro di lui e messa ai voti dal Parlamento.
Il suo partito ha boicottato il voto e lo ha reso invalido, a causa della mancanza del quorum necessario di 200 deputati. Hanno partecipato solo 195 di loro.
Poco dopo, il People Power Party (PPP) di Yoon ha spiegato di aver bloccato la mozione per evitare “gravi spaccature e caos”, affermando che avrebbe “risolto la crisi in un modo più ordinato e responsabile”.
Il leader del PPP Han Dong-hoon ha certificato che il partito aveva “ottenuto” la promessa da parte di Yoon che si sarebbe dimesso e che, fino alle dimissioni effettive, sarebbe stato “in gran parte escluso dall’incarico”, assicurando poi il Primo Ministro e il PPP.
L’esito del voto ha deluso le circa 150.000 persone che, secondo il conteggio della polizia, si sono radunate davanti al Parlamento per chiedere la partenza di Yoon Suk Yeol. Gli organizzatori hanno affermato la presenza di un milione di manifestanti.
“La mancata votazione su questo tema significa il fallimento del processo democratico su una questione nazionale cruciale. A nome dell’Assemblea nazionale chiedo scusa al popolo”, ha dichiarato Woo won-shik, presidente del Parlamento dove l’opposizione è in maggioranza.
“Continuerò a venire finché non otterremo il licenziamento di Yoon”, ha detto all’AFP Jo Ah-gyeong, un manifestante di 30 anni.
“Rimuoverò Yoon Suk Yeol, che è diventato il pericolo più grande per la Corea del Sud, a tutti i costi”, ha promesso il leader dell’opposizione Lee Jae-myung.
“Politicamente morto”
La mattina prima del voto di sabato, l’impopolare presidente Yoon, 63 anni, si è scusato per aver dichiarato la legge marziale e per aver lasciato al suo partito la decisione sul resto del suo mandato.
“Non mi sottrarrò alle mie responsabilità legali e politiche riguardo alla dichiarazione della legge marziale”, ha aggiunto in un discorso televisivo.
Ha spiegato il suo colpo di stato con la sua “disperazione come presidente”, mentre il Parlamento, dominato in gran parte dall’opposizione, ha silurato praticamente tutte le sue iniziative.
“Ho causato ansia e disagio al pubblico. Porgo le mie più sincere scuse”, ha concluso prima di inchinarsi ai telespettatori.
Il fallimento della mozione di impeachment “implica una crisi politica a lungo termine”, ha detto all’AFP Vladimir Tikhonov, professore di studi coreani all’Università di Oslo.
“Avremo un presidente politicamente morto, semplicemente incapace di governare un altro secondo, e centinaia di migliaia di persone nelle strade ogni settimana finché Yoon non verrà sostituito”, ha detto.