Il famoso DJ è ospite dell’etichetta discografica britannica Fabric per quattro mix magistrali.
Da un lato uno dei dj più apprezzati della scena elettronica, una figura classica, amante dei set di parecchie ore, restio a comunicare le tracklist dei suoi mix e non essendo mai stato un fan dei social network, ma moderno perché è un feroci mix “autostradali” avversari dedicati a un unico genere musicale, preferendo navigare tra i colpi di scena delle moderne tendenze elettroniche nella stessa serata.
Dall’altra il Fabric (senza maiuscola), il club più forte della scena londinese, sopravvissuto senza troppi danni a un quarto di secolo, quando molti dei suoi colleghi inglesi fallirono. Riferimento in Europa, che lascia le porte delle sue tre sale aperte a tutti i generi purché ti facciano ballare, Fabric possiede fin dalla sua nascita un’etichetta interna sulla quale ogni mese esce un DJ-mix in formato CD. Un attaccamento costante a un formato fisico che ha contribuito molto alla diffusione della musica elettronica negli anni 1990-2000 e che Laurent Garnier fa suo con questa copiosa sezione di regali di stoffa.
Perché non sono uno, ma quattro mix che il boss ci propone per raccontare la sua versione di una serata nel club inglese. Utilizzando il principio del suo quintuplo mix Bagaglio in eccesso (2003), Garnier, per una volta, scava una singola vena per mix (house, techno, suono britannico e downtempo), ma lo fa a fondo. Attingendo a produzioni di New York, Londra, Tel Aviv, Chicago, Parigi e persino Città del Capo, dà libero sfogo alla sua sete di scoperta e alle sue ossessioni musicali, il tempo di una selezione impeccabile e impeccabilmente miscelata. Qui la techno è espansiva, l’esplorazione della giungla e del dubstep tesa, l’house avventurosa e il jazz onnipresente quando si tratta di rallentare il tempo. E quando la voce di Melody Gardot conclude dolcemente il quarto CD, sono trascorse cinque ore, con la sensazione di aver sudato tra le mura del 77A Charterhouse St.
tessuto presenta Laurent Garnier (tessuto)
Potrebbe piacerti anche
Taglio freddo Viaggi di DJ: Coldcut (70 minuti di follia) (1995)
Uno dei primi mix per DJ ad essere considerato un classico, mescola felicemente generi e tempi. Senza tempo.
Richie Hawtin Mazzi, EFX e 909 (1999)
Un capolavoro di tecnicità, dove ogni brano viene sezionato sotto forma di loop prima di essere mixato. Secco ma impressionante.
2moltidj Come sentito su Radio Soulwax Pt.2 (2002)
Comprimendo 45 brani (tra cui The Stooges e The Velvet) in 70 minuti, i fratelli Dewaele stanno reinventando il DJ mix. Uno shock uditivo ed un’energia pazzesca.
Related News :