Jean-Louis Aubert, si tratta di dieci album solisti tutti uguali con successi indimenticabili come “Juste une illusion”, “Sur la route”, “Entends-moi” o “Commun accord”… Sono anche cinque album con il gruppo Telephone e un ultimo album intitolato “Pafini” uscito poche settimane fa.
Non ho intenzione di riattaccare…
In occasione dell’uscita del suo ultimo album, ha parlato con DH: “Molte delle canzoni che ho scritto mi dimostrano che sono sempre in sintonia con me stesso. E questo mi fa sentire bene. Mi fa sentire come se avessi stretto un patto con l’adolescente che ero. Cerco di non tradirmi. Mi sento bene a riguardo. Prendere in mano una chitarra acustica mi cura anche dall’indeterminatezza nella mia anima. Se riesci, inoltre, ad alleviare il dolore degli altri con la tua musica, è ancora meglio. Le persone mi dicono che sono guarite grazie ad una mia canzone o ad un concerto. Umilmente, credo di riuscire a distrarli. E mentre sono distratti, il dolore non trova più spazio per esistere in loro. Ci sono alcune cose che scomparirebbero se semplicemente ci dimenticassimo di pensarci.“
Il prossimo 1 agosto, sul palco del Festival di Ronquières, l’artista 69enne avrà l’opportunità di dimostrare che può ancora fare del bene alla gente…
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