Una fanfara **
di Emmanuel Courcol
Film francese, 1h43
Sul lato destro, Thibaut, direttore d’orchestra dalla brillante carriera, stella del circuito classico internazionale. Davanti, Jimmy, un giovane del popolo, impiegato nella mensa scolastica. Niente dovrebbe unirli, tranne una fratellanza finora ignorata. Diventerà essenziale, a discapito della malattia che colpisce per prima. Affetto da leucemia, Thibaut ha bisogno di un trapianto di midollo osseo: un test del DNA rivela in pochi secondi che è stato adottato e che ha un fratello biologico di cui non sospettava l’esistenza.
Comico nel suo mix di umorismo e discrepanza tra i suoi due protagonisti, il primo incontro tra Thibaut e Jimmy dà il tono al film: una variazione agrodolce sulle relazioni tenere, esitanti o nervose tra personaggi che la vita ha separato prima di riunirli senza preavviso. . Lancio dei dadi, scherzo del destino, colpo di fortuna? Tutti decideranno.
Lo stesso amore per la musica
Senza ambiguità, però, l’amore per la musica condiviso dai due fratelli è il vero collante del film di Emmanuel Courcol, presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes. Ma se il maggiore si evolve nei gloriosi ambiti della direzione sinfonica (e, soprattutto, della composizione), il fratello minore suona il trombone nella fanfara della sua cittadina del nord. Qui, concerti prestigiosi per un pubblico selezionato; lì, le sfilate e le cerimonie ufficiali tra gli astanti.
Tuttavia, da Beethoven agli standard popolari, il fervore collettivo degli strumentisti – che non esclude né gli sbalzi d’umore delle menti forti né i dubbi dei più scrupolosi – è lo stesso. Come l’eccitante mix di nervosismo ed euforia prima di salire sul palco o l’appagamento di chi supera i propri limiti e si ritrova a infrangerli.
Speranze e disillusioni
Dopo Un trionfo (2021), alimentato dalla passione per il teatro, Emmanuel Courcol intreccia nella musica la struttura sociale e psicologica del suo nuovo film. È perché aveva bisogno del midollo di Jimmy che Thibaut vuole aiutarlo a sfuggire alla sua condizione di semplice membro di un gruppo senza grandi pretese artistiche in un Nord ferito dalla continua deindustrializzazione? Anche se questo significa riempirlo di sogni irrealistici. E Jimmy, perché è così disperato da non riuscire a soddisfare desideri a cui non aveva nemmeno pensato qualche settimana prima? Le illusioni deluse lasciano l’amaro in bocca…
In equilibrio con fascino tra commedia e dramma, sorriso e angoscia, Una fanfara pone molte domande… e si guarda bene dal fornire risposte edificanti o definitive. Il regista ripone giustamente fiducia nella sua squadra di attori affinché interpretino la colonna sonora con tatto e finezza.
Benjamin Lavernhe è ancora una volta perfetto come fratello maggiore, forte della sua reputazione musicale ma scosso dalla salute cagionevole. Di fronte a lui, Pierre Lottin, già presente in sala Un trionfoillumina lo schermo con la sua fragile potenza, come i suoni del trombone che circondano diverse sequenze musicali del film. Menzione speciale alla carismatica Sarah Suco nel ruolo di Sabrina, il cui sguardo limpido suggerisce tante emozioni contrarie.
Un rapporto umile e fluido con la musica
Meno dimostrativo e in corsetto di molti film incentrati sulla musica e sui musicisti, Una fanfara in modo elegante e molto naturale, unisce le aree sonore all’interno dell’azione. Che si tratti delle prove di un’orchestra filarmonica o delle colorate sessioni della banda di ottoni minacciate dalle discutibili scelte culturali dei consiglieri comunali.
Senza raggiungere la meravigliosa poesia di Virtuosiil suo fratello maggiore britannico (leggi i benchmark), Il lungometraggio di Emmanuel Courcol illustra e difende con fervore il filone delle commedie contemporanee basate sull’umanità dei personaggi della “vita reale”. Tra viaggio iniziatico e addomesticamento reciproco, Thibaut e Jimmy invitano lo spettatore a percorrere un pezzo di strada con loro. Al punto da sentirsi sollevati con lo stesso slancio (un po’ facile senza dubbio, ma perché rifuggire dal piacere?) mentre si ascolta uno dei successi più esilaranti della musica francese.
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Bande musicali sullo schermo
Le virtù collettive delle bande di ottoni da allora sono riusciti a sedurre i registi Fanfara d’amoreuna commedia burlesca e sentimentale diretta da Richard Pottier nel 1935. Tra i film emblematici che esaltano la brillantezza degli ottoni e la morbidezza degli strumenti a fiato:
– La Fanfare, Cortometraggio animato americano di Wilfred Jackson per Disney Studios (1935), in cui Topolino è il direttore di una banda musicale per un concerto all’aperto.
– I Virtuosi, Film britannico di Mark Herman (1997). Un modello del genere, che mescola commedia ed emozione attorno all’“intrusione” di una giovane donna nell’ambiente molto maschile di una banda mineraria.
– La Visita della fanfara, Film israeliano di Eran Kolirin (2007) sulle divertenti tribolazioni di una piccola banda della polizia egiziana.
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