Invitato sul set di “50’ Inside” questo sabato 16 novembre, Julien Doré ha parlato apertamente della sua vita di padre. In occasione dell’uscita del suo nuovo album “Imposter”, l’artista 42enne ha condiviso le sue gioie ma anche le sue preoccupazioni riguardo al rapporto con il figlio di tre anni e mezzo, rivelando una toccante vulnerabilità dietro l’immagine del cantante affermato.
In occasione dell’uscita del suo nuovo album di cover “ Impostore“, Julien Doré ha confidato con rara sincerità la sua vita di padre nello spettacolo “50′ Dentro”. L’artista 42enne, solitamente discreto riguardo alla sua vita privata, rivela le sue paure e le sue gioie quotidiane accanto al figlio di tre anni e mezzo.
Una paternità che ha cambiato tutto per Julien Doré
“Tutto è cambiato da quando è qui” confida colui che ammette di aver dubitato a lungo del suo desiderio di paternità. “Ho pensato a lungo che non avrei avuto figli. Forse avevo paura, forse non ero pronta“, ammette sulle colonne di Psicologiche. Un cambiamento di vita di cui non si pente assolutamente, descrivendo suo figlio come “un sole” che glielo permette “rivivere questa parte dell’infanzia che amo così tanto, di cui tutti abbiamo tanto bisogno”.
Le preoccupazioni toccanti di un padre moderno per Julien Doré
Di fronte a Isabelle Ithurburu, il cantante ha espresso le sue paure più profonde riguardo al suo rapporto padre-figlio. “Non c’è modestia con mio figlio, ne ho bisogno troppo…
“In effetti è perché ho anche paura che con il passare degli anni ci sarà modestia tra noi.”confida. Una preoccupazione che lo spinge a coltivare un rapporto autentico:”Finché scoppia a ridere per qualcosa che faccio, mi dico che va bene. Non sono ancora quel padre che osservava con la coda dell’occhio e giudicava da lontano il figlio.”
Tra carriera e vita familiare, il fragile equilibrio
Consapevole delle sfide poste dalla sua vita di artista, Julien Doré, che ha perso la madre, esprime la sua preoccupazione per le sue assenze professionali: “Sarei terribilmente dispiaciuto se, con la mia assenza per venire a parlarti o con la mia incapacità di guardare o ascoltare, creassi una spaccatura.” Una preoccupazione che illustra la sua volontà di non sacrificare nulla di questo prezioso legame, arrivando addirittura ad ammettere con ironia di aver “avevo più paura di tornare a scuola che della mia prossima Bercy – e non sto esagerando.”
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