Karl Tremblay ha avuto diritto a un tributo finale in un Bell Center gremito il 28 novembre 2023, due settimane dopo la sua morte. Quasi un anno dopo, Émile Proulx-Cloutier è ancora commosso dal ricordo di questo evento da lui ospitato e di cui si parla ancora spesso.
Foto di archivio AFP / GRAHAM HUGHES
Émile Proulx-Cloutier non era un caro amico di Karl Tremblay, ma provava un “affetto lontano” per il cantante dei Cowboys Fringants, morto il 15 novembre, esattamente un anno fa.
È stato quindi molto commosso quando gli è stato chiesto di ospitare questo ultimo grande omaggio all’artista defunto organizzato al Bell Centre.
“Questa serata mi ha dato la prova di quanto, quando qualcuno riesce a parlare direttamente al cuore delle persone, sia un potere raro e necessario nelle nostre società. Questa sera mi ha permesso di sentire la sua eredità: c’era una tale carica d’amore, di dolore, ma anche di gioia. Per me è la definizione della vita”, confida il cantautore 41enne.
Vero esecutore
Crede di aver accompagnato il pubblico durante questo magico incontro, anziché averlo realmente animato.
“Tutte queste persone si sono riunite spontaneamente, tutti erano emotivamente nello stesso posto, c’era una coesione e un’anima prima ancora che iniziasse. Ricordo che non avevo bisogno di aggiungere l’anima, perché ce n’era già così tanta. Li ho semplicemente accompagnati”, dice.
Secondo Émile Proulx-Cloutier, ciò che Karl Tremblay ha costruito “non è né calcolabile né quantificabile”. Quella sera, però, l’attore ebbe l’impressione di toccare con mano ciò che aveva costruito.
“Cosa ricordo di lui? In materia di etica, forgiare il proprio percorso ed essere un modello di completa dedizione alla propria arte. Un senso di festa, una gioia di vivere e una semplicità di gesto, oltre il successo. Era un vero artista”, sussurra.
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