Nessun disco di Philippe Katerine era stato preceduto da tale trambusto. Offerto su un vassoio, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, il 26 luglio, al Pacifico Nonuno dei diciassette titoli di Zouzouil suo quindicesimo album uscito l'8 novembre, ha fatto scalpore, cantato dal suo creatore dipinto come un Puffo dionisiaco. Alcuni avevano visto una bestemmia in questo banchetto dell'Olimpo, confuso con il pasto dell'Ultima Cena, essendo convinti anche della provocante nudità di un artista, nonostante avesse la biancheria intima.
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Un'introduzione straordinaria e paradossale, in ogni caso, per un album che il vandeano zazou considera uno dei suoi più “intimo”un elogio “normalità, vita domestica, routine quotidiana”. Versione di Philippe Katerine.
Fino a questa controversia olimpica, la fantasia radicale dell’universo kateriniano sembrava aver trovato il suo posto nella cultura pop francese. Proveniente dai margini della musica rock, inizialmente un solitario armeggiatore di preziosità underground, Philippe Blanchard, conosciuto come “Katerine”, ha ampliato il suo pubblico al ritmo di singoli iconoclasti – Vaffanculo (1999), La Banana (2010) – e un inno ultra-danzante, Luxor, lo adoro (2005). Il suo personaggio dall'umorismo anticonformista ripercorre il suo percorso anche nel cinema, tra film d'autore – Sono una terra di nessuno (2011), di Thierry Jousse, Un bel sole interiore (2017), di Claire Denis – e successi popolari, tra cui Il Grande Bagno (2018), di Gilles Lellouche, che gli è valso un César come miglior attore non protagonista.
Presunto gusto per il martirio
Se la visibilità internazionale ha occasionalmente incrementato gli ascolti delle sue canzoni sulle piattaforme (+240%, il 27 luglio, su Spotify; +600% su YouTube), ha anche reso più divisiva l'originalità del cinquantenne. Un cambiamento che dice di sfuggirgli sui social – “l’anonimato non mi interessa” –ma che ha potuto osservare più volte per strada.
“La gente ha avuto il coraggio di venire a parlarmi per denunciare la mia decadenzaprende in giro il cantante, incontrato lo scorso 30 ottobre nei locali della sua casa discografica. Offro loro un sorriso o un ringraziamento. » Quando la sua educazione cattolica non suggerisce altre repliche come “porgerai l’altra guancia” O “Adorerai coloro che ti odiano”.
Nella biografia Filippo Katerine. Momenti perfetti (Le Mot et le reste, 2020), che ha dedicato al cantante, Thierry Jourdain ha ricordato che, da adolescente, era stato vittima del suo collegio. “Tutti lo chiamano “Trash”, gli studenti ma anche alcuni suoi insegnanti. Nel suo armadietto viene gettata la spazzatura e lui è sottoposto a continui insulti e soprannomi”scrive Jourdain.
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