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quando la violenza è al servizio della giustizia

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Molto presente nell’opera di Eastwood, la violenza non è mai gratuita, ma il più delle volte guidata dalla preoccupazione per la giustizia, anche sollecita.

Questo articolo è tratto da Figaro Edizione Speciale “Clint Eastwood, l’ultimo dei Giganti”.

Edizione Speciale Figaro Clint Eastwood, l’ultimo dei gigantits
Le Figaro

«Vai avanti, rendimi felice la giornata! » “Vai avanti, rendimi felice!” » : l’invito provocatorio lanciato a un mafioso da “Dirty Harry” Callahan in Il ritorno dell’ispettore Harry (1983), ordinandogli di usare la sua arma per dargli il piacere di sparargli, fissa per lungo tempo il cliché di Clint Eastwood come un bruto sadico, che gode dell’esecuzione sommaria dei criminali che insegue e, per questo, non meno barbaro di loro. Non importa che non sia stato il firmatario di quattro delle cinque parti della serie, e che questo ruolo di poliziotto spedito sia stato offerto prima ad altri attori, tra cui Steve McQueen e Paul Newman: sessista, reazionario, partigiano di una visione immanente giustizia che non sempre si occupa dei tribunali, l’ispettore Harry, con la sua 44 Magnum, “fallo gigante con una lunga canna” secondo la papa della critica progressista americana…

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