“Non dirlo a tuo fratello” (Al tessaper leakhikha), di Meir Shalev, traduzione dall’ebraico di Sylvie Cohen, Gallimard, “Dal mondo intero”, 268 pag., 23 €, digitale 17 €.
L'ultimo romanzo del più popolare scrittore israeliano, Meir Shalev (1948-2023), Non dirlo a tuo fratellosuscita nel suo lettore una doppia nostalgia. Una nostalgia che è innanzitutto il cuore della storia. Presenta infatti due fratelli, Boaz, l'ingegnere rimasto in Israele, e Itamar, un allenatore sportivo residente negli Stati Uniti, entrambi arrivati alla sessantina. Nel 2010, durante la loro riunione annuale a Tel Aviv, discussero di un episodio scabroso accaduto vent'anni prima, prima dell'era dei cellulari e di Internet. Nostalgia, dunque, di un tempo prima delle stragi del 7 ottobre 2023, quando l’intimo e le sue complessità prevalevano sulla guerra, così come i conflitti di genere prevalevano ancora sul rumore degli stivali.
Anche l'autore ne aveva pagato il prezzo al momento della pubblicazione Non dirlo a tuo fratello, nel 2022. Un certo numero di voci femministe ha poi criticato i commenti fatti da Shalev durante un'intervista televisiva rilasciata al canale 12. In questa intervista, la scrittrice ha criticato il movimento #metoo per aver reso la vita difficile alle persone. “bravi uomini” ed essere a “organizzazione di combattimento” il cui fuoco automatico ha colpito persone innocenti. Quest'uomo di sinistra venne poi accusato di conservatorismo, come deriso “boomer ritardato” incapaci di comprendere il cambiamento radicale delle regole del gioco tra uomini e donne.
Incredibilmente bello
A modo suo, il personaggio di Itamar, così come viene ritratto nel romanzo, incarna un modo di rispondere a queste critiche, poiché confonde i confini tra il femminile e il maschile, pur rimanendo nell'ambito della virilità. Dotato di una bellezza mozzafiato, oscilla tra il donjuanismo e la passività attribuita alle donne nei giochi di seduzione. Ma, per quanto magnifico il suo aspetto fisico sia sull'orlo della vecchiaia, l'esistenza di Itamar riflette comunque il riflesso di un fallimento o di una persona mediocre, lasciata da Michal, l'amore della sua vita, e che non ha saputo ricostruire quasi nulla dopo la loro vita. separazione. Come se avere in mano tutto il patrimonio di un'esistenza sentimentale riuscita non ne garantisse in alcun modo l'esito.
Concepita come il racconto, fatto da Itamar a Boaz, di un'altra avventura di incontro traumatico, la trama sovrappone temporalità e prospettive con la maestria del romanziere, che era all'apice della sua arte. Mentre il protagonista racconta di una trappola imposta da una donna manipolatrice, Sharon, gli interventi e i commenti aspri del fratello in questa conversazione avvenuta vent'anni dopo sembrano del tutto naturali, al punto da trasformare la situazione in un immaginario trio.
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