l’essenziale
A cinque giorni dalla scadenza, Kamala Harris e Donald Trump sono testa a testa nei sondaggi. Nei giorni scorsi i due candidati si sono appellati ciascuno ai grandi nomi della musica, della televisione o dei social network per cercare di far pendere la bilancia a loro favore. Ma dietro strass e paillettes, questa strategia può essere davvero efficace? Decifrazione.
Nelle ultime settimane la campagna americana ha assunto le sembianze di un tappeto rosso. Di Beyoncé e della sua canzone Libertàun inno della campagna democratica, con l’ex wrestler Hulk Hogan che si strappava la maglietta per il suo “eroe” Donald Trump, una parata costante di celebrità ha preso il sopravvento sulle elezioni.
L’uso delle star in politica non è una novità nella terra di Star-Spangled Banner, dove un attore è già stato eletto presidente e una star miliardaria dei reality sta cercando di candidarsi per un secondo mandato. Ma il sostegno di questi grandi nomi della “cultura pop” ha davvero il potere di influenzare il voto?
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L’effetto “Swift” immediato
Se c’è un nome che ha monopolizzato l’attenzione negli ultimi mesi, è quello di Taylor Swift. Dopo una lunga suspense, la star ha rotto il silenzio al termine del dibattito tra Donald Trump e Kamala Harris, annunciando che voterà per la democratica. L’effetto è stato immediato: in soli 15 minuti, la sua pubblicazione aveva già raccolto più di un milione di Mi piace, suggerendo che sarebbe seguito un massiccio afflusso di sostegno per il democratico.
Perché nel settembre 2023, in occasione del National Registration Day, Taylor Swift ha invitato i suoi oltre 280 milioni di iscritti su Instagram a registrarsi per votare. La piattaforma Vote.org ha poi registrato 400.000 visite e più di 35.000 nuove iscrizioni, con un balzo del 23% rispetto all’anno precedente. Un tasso che esplode addirittura al 115% se ci limitiamo ai primi elettori di 18 anni, anche se la partecipazione dei giovani è a mezz’asta dalla campagna di Barack Obama nel 2008, sottolinea la rivista Voga. Tuttavia, secondo il direttore di Vote.org, l’80% delle registrazioni sulla piattaforma si traduce in un voto.
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Un impatto molto limitato
Ma anche l’influenza di una megastar globale come Taylor Swift ha i suoi limiti. Nel 2018, durante le elezioni di medio termine, la candidata conservatrice Marsha Blackburn fu eletta senatrice contro il democratico Phil Bredesen, sebbene sostenuto dalla famosa pop star. Due anni prima, il sostegno di Beyoncé, Pharrell Williams, Jay Z, Katy Perry e Lady Gaga non era bastato a Hillary Clinton per battere Donald Trump, nonostante fosse in vantaggio nel voto popolare.
Secondo un sondaggio dell’Università di Quinnipiac diffuso da Huffpost, il 76% dei potenziali elettori ha affermato che l’annuncio di Taylor Swift non ha aumentato il loro interesse per Kamala Harris, il 13% si è detto ancora meno entusiasta all’idea che il candidato democratico diventi presidente. Lo stesso vale per Trump: per il 64% degli intervistati il sostegno di Elon Musk non ha suscitato entusiasmo per la candidatura repubblicana (sondaggio Ipsos per ABC News).
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Un’influenza decisiva sulla partecipazione?
L’influenza delle star in politica sembra più quantitativa che qualitativa. In altre parole, un grande nome con una grande piattaforma può influenzare la partecipazione dei suoi fan ma più difficile la loro scelta. Taylor Swift, ad esempio, “può ricordare agli elettori immotivati - in particolare ai suoi fan soprannominati ‘Swifties’, che sono tipicamente giovani donne bianche – di registrarsi e votare, e la maggior parte di questi elettori probabilmente sosterrà Kamala”, analizza Stephanie Burt, un’inglese professore all’Università di Harvard che tiene un corso chiamato “Taylor Swift e il suo mondo”.
L’appoggio delle celebrità non ha un grande effetto sull’esito di un’elezione, afferma David Schultz, professore di scienze politiche alla Hamline University, ma ci sono delle eccezioni. “Nel 2008, il carisma di Oprah Winfrey […] ha aiutato Barack Obama a vincere le primarie democratiche contro Hillary Clinton”, dice nelle colonne di CBS News. Quest’anno, l’impatto “generazionale” di Taylor Swift potrebbe “fare la differenza” in alcuni Stati indecisi. In un’elezione in cui la vittoria potrebbe essere deciso con pochi voti, “ogni piccolo gesto conta”, ritiene Stephanie Burt. Un pugno di “Swifties” convinti a votare per la loro stellina preferita potrebbero così “decidere l’elezione”.
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Fondamentale per mobilitare i giovani?
Le celebrità possono aiutare a galvanizzare la motivazione e la mobilitazione in un paese in ritardo in termini di partecipazione elettorale (classificato al 31° posto su 50 nazioni sviluppate), sottolinea ABC News. “In questo momento, i giovani elettori hanno relativamente poca fiducia in molti leader e istituzioni, compresi i media tradizionali, ma le celebrità sono spesso una rara eccezione”, teorizza Ashley Spillane, esperta di impegno civico e politico e autrice di uno studio sull’argomento.
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Ma cos’è la “Brat summer”, che colpisce anche Kamala Harris?
Per una generazione che si informa quasi esclusivamente sui social network, il post di una star può rappresentare una svolta. Una tendenza già osservata con il fenomeno dei “mocciosi” reso popolare dall’album omonimo della cantante Charli XCX, che con un semplice post sul social network X, ha innegabilmente contribuito al successo della campagna di Kamala Harris tra i più giovani. Le celebrità possono rendere interessante il voto. Abbastanza “cool” da scatenare un’ondata storica di mobilitazione? Risposta entro cinque giorni.
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