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Artus denuncia “l’ipocrisia” del Festival di Cannes: “se il film fosse stato di Vincent Dedienne o Panayotis Pascot…”

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Cinque mesi dopo la sua apparizione al Festival di Cannes, per Artus la pillola non è ancora passata. In un’intervista rilasciata a Liberazionequesto 18 ottobre 2024, si scaglia contro gli organizzatori e il sistema, che non ha apprezzato il suo film, “Qualcosa in più“come dovrebbe essere.

E per spiegare: “Il film aveva già raggiunto i cinque milioni di spettatori quando Thierry Frémaux [le délégué général du Festival, ndlr] stava ancora scoprendo quale dei due era Artus.

Artus era ancora incazzato

Con la sua band, e in particolare Clovis Cornillac, Marc Riso, et Gad Abecassis, lui ricorda: Abbiamo visto chiaramente che stavamo facendo incazzare tutti, in un contesto in cui la comicità resta percepita come una sottocultura, con l’ipocrisia che comporta quando la popolarità raggiunge un livello tale che non possiamo più ignorarti”.

Artus la vede come un’eccezione, dice, e precisa: “Le critiche non sarebbero state le stesse se il film fosse stato di Vincent Dedienne o Panayotis Pascot, che hanno la tessera Ecco come“.

Fortunatamente questa amara constatazione non riuscì a guastare il suo piacere. Alla fine, dopo una polemica sulla salita della scalinata, è stato il gruppo Kering a vestire gli attori del suo film.Qualcosa in più.”

Una vittoria per lui

In un video, Artus era felice per la sua squadra: “Vedrai, sono in allestimento da Yves-Saint-Laurentcon tutti questi grandi marchi ed è pazzesco vederli così felici e così belli, saranno magnifici a Cannes. Baci, ci vediamo sulla Croisette!”

Più tardi, in agosto, il regista condivise anche: “Con questo film mi fai il regalo più grande che abbia mai avuto e che mai avrò. Grazie mille alla mia squadra, ai miei attori, ai miei produttori, vi amo… questo è solo l’inizio. E soprattutto 10.000.000 di grazie a voi“.

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