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Luc Dionne si scatena in diretta tv: “O*ti, non lasciarmi!”

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Luc Dionne è una delle personalità più influenti nel mondo della televisione del Quebec ed è sempre estremamente divertente quando accetta di rilasciare un’intervista.

Il minimo che possiamo dire è che non ha la lingua in tasca e lo ha dimostrato ancora una volta nei giorni scorsi, partecipando ad un dibattito franco e molto colorito al microfono di Marie-Louise Arsenault sull’eccellente spettacolo Nei media, su Télé-Québec.

“Conosco tanti, tantissimi autori che hanno scritto la loro opera prima. Ne conosco parecchi di meno che ne hanno scritto un secondo. Un terzo, qui li conteremo sulle dita della mano e un quarto…

E’ questo che mi mette a disagio, mi parli della mia popolarità ma non sono l’unico a fare questo lavoro. Ci sono autori più bravi di me che fanno questo lavoro. Ma in questa professione il talento è difficile da trovare. E devi lavorare.

Oggi gli sceneggiatori stanno scrivendo un episodio e hanno bisogno di sei mesi di vacanza! Ad un certo punto, scrivi TV. Se impieghi un mese per scrivere un episodio, forse hai sbagliato mestiere!

Gli autori di talento devono essere tutelati. È l’olio dei produttori! Questa industria è un’industria di produttori, non è un’industria di creatori. E questo mi fa impazzire! Tanto nel cinema, tanto in televisione. Nel cinema la SODEC non è interessata a dialogare con gli autori. Vogliono parlare con il produttore. E incontrerai il regista e lo scrittore una volta quando verranno alla presentazione.

Tutto questo è costruito dai produttori…non farmi iniziare con quello! Vedo autori, creatori paralizzati!

Sei un autore, arrivi a casa di un produttore e mi dici che farò una crostata al limone. Lavora con te, sviluppa affari, ci sono tutti i tipi di persone, consulenti, questo, quello… Alla fine è una torta!

E poi ti dicono che la tua torta non è buona. Sì, ma volevo fare una crostata al limone, non è una tourtière! »

Marie-Louise Arsenault gli chiede allora come mai tanto potere si concentra nelle mani dei produttori. Ancora una volta, Luc Dionne non ha indossato i guanti bianchi per rispondere.

“Perché vanno ai cocktail party e organizzano feste. Invitano i politici, vanno al ristorante con loro. Parlano tra loro e c’è una grande lobby di produttori. Questo è ciò che è scioccante. Il creatore è l’ultima cosa importante lì dentro.

Quando le persone venivano da me e mi chiedevano: lavori davvero con Fabienne? Lavoro con un designer. Qualcuno che faccia il mio stesso lavoro, che capisca quello che facciamo, che capisca le mie ansie, che non pensi solo alle sue idee ma che sia in grado di aiutarti con le tue idee.

Le persone che hanno lavorato con lei le sono molto fedeli. C’è una ragione. Ha dato la possibilità a molte donne, molti creatori.

La frase che non riesco a sentire in questo ambiente è un produttore che dice: non ho il tuo talento. Ma ho l’istinto. O*ti. Ho l’istinto…Tutti vogliono essere coinvolti. Tutti si bagnano i piedi. Vedo persone ingannate dai produttori, affari terribili. Ma non siamo tutti noi ad avere la meglio. »

Ecco un estratto dell’intervista in questione:

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