Samy Naceri è un uomo e un attore dalle tante vite e dalle tante sfaccettature. Scoperto dal grande pubblico in Taxi nel 1998 dove interpretava Daniel, un tassista con abilità di guida un po’ speciali. In seguito a questo successo, ha assunto ruoli fino a ricevere addirittura un César per il suo ruolo Nativi.
Questa parte visibile dell’iceberg nasconde però un profondo malessere. L’attore ha infatti un lato oscuro che il grande pubblico finirà per scoprire poco a poco. Finalmente, invece di brillare sui tappeti rossi, questa ci saranno viaggi di ritorno in prigione e numerose voci nella sezione notizie piuttosto che cinema. Oggi, a 63 anni, sta cercando di rimettersi in carreggiata con la sua vita e la sua carriera.
Samy Naceri ripercorre il suo incontro con Jean-Paul Belmondo
Invitato sul set di Faustine Bollaert, Samy Naceri ha ripercorso la sua carriera e i suoi esordi. L’iconico attore di Taxi originariamente aveva un grande idolo: Jean-Paul Belmondo. “Bébel” è stata la ragione che l’ha spinta a fare film. L’attore è quindi tornato al suo incontro con l’uomo che lo aveva ispirato da bambino. Un magnifico aneddoto che dimostra quanto Jean-Paul Belmondo fosse un personaggio carismatico.
“Erano gli anni 2000, ho incontrato Bébel. Abbiamo pranzato insieme e ci siamo trovati subito bene. Ero a mio agio, perché parlavamo un po’ allo stesso modo. Bébel non era un ragazzo di strada perché veniva da un ambiente borghese, ma era un pugile, un ex sportivo. Era il ragazzo che parlava schietto. Quindi mi sentivo a mio agio nelle conversazioni dopo le ripresema sul set ero molto spaventato. Ho molta paura di non essere abbastanza bravo. Mi ha teso la mano, ha fatto in modo di mettermi a mio agio e che io dessi tutto quello che avevo da dare”spiega.
Un attore in pieno riscatto
Questo desiderio di riscatto è iniziato qualche anno fa. Ben consapevole di non aver necessariamente agito come avrebbe dovuto, si è messo in discussione per poter tornare più forte. Lui si era così confidato Domenica alla Tribunail 22 settembre. Un settimanale al quale ha rilasciato una lunga intervista e in cui è tornato in particolare alla sua infanzia e al rapporto con i suoi genitori.
“Ho finito per stancarmi di essere trattato come un appestato, di vedere tutte le porte chiuse davanti a me. Una mattina mi sono alzato e ho avuto il coraggio di dire basta. Volevo rimettere le cose a posto e prenditi cura di me stesso, diventa pulito nella mia testa e nel mio corpo. Quando ti puntano il dito addosso tutto il giorno, quando vieni rifiutato ovunque, quando il tuo telefono non squilla più, devi essere dannatamente forte per non sprofondare di nuovo”ha dichiarato. Sperando che sia quella giusta per lui adesso.
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