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assomiglia, sfortunatamente, a Jean-Marie Bigard

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NOI ERAMO LÌ – Il comico dà il suo ultimo spettacolo davanti a un pubblico venuto a vedere il fenomenoQualcosa in più. L’autoironia c’è ma stiamo ancora cercando la sottigliezza.

La musica del rapper americano Snoop Dogg invade il teatro Édouard VII durante la conferenza stampa di martedì sera. Nagui lascia cadere la sua giacca di pelle nera, rivelando una maglietta color terra. « Vuoi essere accanto al tuo amico ? »chiede uno spettatore, con il berretto avvitato in testa prima di lasciare il suo posto. L’ospite di Taratata accettato. Accanto a lui siede il collega Bruno Guillon. Sulla stessa fila siedono Julian Bugier, il presentatore dello spettacolo delle 13:00 di France 2, e un amico. A turno arrivano la loro collega dell’M6, Nathalie Renoux e suo marito Matthieu Neau. C’è anche l’elegante giornalista Leila Kaddour.

Artus fa il suo ingresso tra gli applausi dei tanti tifosi, la sala è gremita. “ Ci sono i giornalisti stasera. Se c’è Telerama, Partire ! Ci sono bambini ? ». Sì, una piccola Giada “10 anni e mezzo”. Sua madre credeva che avrebbe riacquistato lo spirito gioioso diQualcosa in più. Sbagliando: gli tapparà le orecchie per una parte dello spettacolo. « Quando te ne andrai sarai maggiorenne »avvertì Artus.

Portavoce della disabilità

Il trentenne si raddrizza baffi e barba. È grato al pubblico per aver sostenuto il suo “bambino”, Qualcosa in più fuori mai. “Grazie per questo film a cui hai dato vita. » Lo hanno visto quasi 11 milioni di spettatori. « Da allora sono diventato il portavoce della disabilità »ride il comico che consiglia di sfuggita di andare a vedere La Pampa, il primo lungometraggio di Antoine Chevrollier in cui recita anche lui.

Questa sera Artus ha deciso di farlo « spaccare le palle a tutto”. Non tornava sul palco da sei anni, dalla sua commedia Duelli a Davidéjonatown. Cerca uno spettatore disabile, lo trova, lo saluta, poi ne imita uno. “Possiamo ridere di tutto e con tutti” assicura. Vuole che ci abituiamo a convivere con una disabilità e incoraggia le persone a frequentare gli happy café che impiegano persone con disabilità.

Artus intende trasmettere un messaggio di tolleranza, di accettazione dell’altro, di differenza. Comincia dalle proprie differenze, parlando del suo peso, poi quello dei rugbisti e un digiuno che ha fatto per dimagrire in un centro specializzato insieme alla moglie. Il ragazzo ha un senso di autoironia, ma non è sottile. Ci sono quattro diti medi e una valanga di battute scatologiche.

“A volte mi vergogno, ma non per molto”

Il suo umorismo è oscuro e stridente, trash, sotto la cintura. Al dente, Raramente sanguinantecome avevano annunciato le sue precedenti mostre personali. Purtroppo pensiamo spesso a Jean-Marie Bigard o Blanche Gardin, ma scritti meno bene. “A volte mi vergogno di me stesso, ma non per molto”dice Artus esilarante. Come promemoria, riprende il suo personaggio preferito, Sylvain, che ha interpretato in particolare nel film Duetti impossibili con Jérémy Ferrari. Ha una marcia in più e raccomanda di votare per Pierre Palmade, ministro dei Trasporti. Alla fine, la stanza si erge come una cosa sola.

Fino al 31 dicembre al teatro Édouard VII, poi in tournée da gennaio 2025.

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