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Bruno Crémer (il commissario Maigret) e suo figlio non si sono mai riconciliati, un rapporto conflittuale fino alla fine

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Il resto dopo l’annuncio

Essere figlio di un’icona del cinema francese non è stato facile. Stéphane Cremer sentiva spesso che suo padre interpretava il suo ruolo di genitore come un personaggio cinematografico, privo di presenza e di amore. Nel suo ultimo libro, Il ruolo del padreStéphane Cremer offre una toccante testimonianza sul suo rapporto con suo padre, Bruno Cremer, famoso per la sua emblematica interpretazione del commissario Maigret. Attraverso questa storia, esplora il suo viaggio personale e le ferite della sua infanzia.

Le ferite dell’infanzia di Stéphane Cremer

Stéphane Cremer è tornato sulle ferite della sua infanzia al microfono di RTLsegnato dall’assenza del padre Bruno. Ha menzionato il “mancanza di amore sincero, di presenza reale“, precisando che c’era”nessuna violenza fisica“, ma che l’assenza potrebbe essere percepita come un “forma di violenza psicologica di non amare qualcuno quotidianamente”. Mentre suo padre lo era impegnato con la sua carrieraStéphane Cremer è cresciuto con i suoi nonni e in un collegio, sentendosi solo e incompreso. L’immagine idilliaca che Bruno raffigura nel suo libro Un certo giovane non corrisponde alla realtà vissuta da Stéphane. Afferma: “Ha preso questa posizione di padre come un ruolo, è diventato impossibile. Il padre non è un ruolo. Niente è scritto in anticipo, devi solo essere presente. Dobbiamo rispondere presente. Sii presente e rispondi quando qualcuno ti parla.” Nonostante ciò, ha cercato di capire suo padre. Il figlio dell’attore ci aveva provato ristabilire una connessione tra loro, ma la risposta di Bruno Crémer alla sua offerta di riconciliazione lo ferì profondamente: “Ho chiamato di nuovo, dicendo che forse è ora che io venga a baciarti, andiamo avanti, e l’unica risposta che ho ricevuto è stata: Non mi interessa più.“Stéphane poi lo confida”non è interessante essere padre, ciò che è interessante è l’amore“.

Con il suo nuovo libro, l’autore chiarisce che il suo intento non era terapeutico: “Questa storia rimarrà sempre una storia vissuta, semplicemente a livello di scrittura è completa e inoltre il mio libro termina con la parola “fine”‘”, dichiara. Insiste nel dire che non scrive per “regolare i conti“, affermando: “Non è mai stato il mio desiderio. Scrivendo questo libro non intendo regolare i conti.

Stéphane Cremer voleva essere un padre diverso dal suo

Oggi 70enne e padre di due figli Basile e Jeanne, Stéphane Crémer si sforza di non riprodurre gli errori di suo padre: “A differenza dei miei genitori, volevo avere figli, lo volevo“, confida.”Poi facciamo del nostro meglio e improvvisiamo, non consideriamo che le cose siano scritte in anticipo. Penso che i genitori dovrebbero rispettare i propri figli.” Con la morte di Bruno Cremer nel 2010, Stéphane ha intrapreso il proprio percorso di paternità, utilizzando il suo libro per affermare la propria identità.

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